Pakistan, gara di solidarietà per le vittime dello tsunami
Cristiani e musulmani marciano insieme per chiedere fondi casa per casa, da devolvere a chi ha perso tutto.
Islamabad (AsiaNews) – In Pakistan è scattata una gara di solidarietà a favore delle vittime dello tsunami: ogni famiglia del Paese cerca, per quanto possibile, di donare aiuti o piccole somme di denaro per le persone delle aree più colpite.
La Chiesa locale, le organizzazioni non governative e il governo hanno avviato una campagna di raccolta fondi, per sostenere quanti hanno perso la casa e non hanno nulla per sopravvivere, alla quale hanno aderito anche la stampa e le televisioni nazionali.
In Asia lo tsunami ha ucciso decine di migliaia di persone e il suo passaggio ha lasciato dietro di sé lacrime, malattie, miseria e disperazione fra le famiglie che hanno perso tutto; al contempo ha mosso i cuori delle persone di tutto il mondo.
La solidarietà ha unito la gente senza discriminazioni di censo, di casta e di religione: ieri a Gojra, città a 60 km da Faisalabad, cristiani e musulmani hanno organizzato una camminata per raccogliere fondi da devolvere alle vittime dello tsunami.
La marcia ha preso il via dalla chiesa del Sacro Cuore di Gojra e, passando per le vie della città, si è conclusa al Jinnah Park, dove era stato allestito un centro per la raccolta fondi; alla camminata hanno partecipato centinaia di cristiani e musulmani, accompagnati dagli studenti degli istituti della città, che sventolavano bandiere e striscioni. Alla testa del corteo c’erano Shafiq Hadayat, parroco della chiesa del Sacro Cuore di Gojra e altre personalità del mondo cristiano e musulmano.
Saif Ullah Cheema sottolinea che “come si viaggia in occasione delle campagne elettorali, allo stesso modo è possibile andare per le case e i negozi della città per raccogliere il maggior numero di fondi possibile”. P. Bonnie Mendes afferma “che bisogna donare il più possibile” e chiede ai suoi concittadini di “dare il loro pieno appoggio alla gara di solidarietà”. Egli ribadisce che “la Chiesa cattolica e le Chiese protestanti hanno già inviato un’equipe medica nello Sri Lanka, ma ciò non basta e bisogna fare di più”. P. Bonnie sottolinea ad AsiaNews che “anche le suore del Convento di Gesù e Maria hanno aderito all’iniziativa donando 10 mila rupie (circa 130 euro) per vittime dello tsunami”.
Mian Muhammad Twakali, un lavoratore impegnato da anni in campo sociale, afferma fra le lacrime che “per la prima volta nella storia del Paese cristiani e musulmani collaborano al servizio delle vittime di un’altra nazione”. Egli ha sottolineato che “aiutare in maniera concreta i bisognosi è mille volte meglio che fare preghiere e digiuni e Dio vi sarà grato per quanto state facendo”.
P. Shafiq Hadayat ringrazia Dio perché “cristiani e musulmani si sono uniti” in uno sforzo comune e i partecipanti “per aver aderito numerosi all’iniziativa”. Egli afferma ad AsiaNews che “cristiani, musulmani, organizzazioni non governative della città collaborano in maniera attiva alla campagna di raccolta fondi” e si dice sicuro che “entro il 15 gennaio verranno raccolte almeno 300 mila rupie (poco meno di 4 mila euro) da donare alle vittime attraverso la Chiesa”. Egli conclude ricordando che “l’iniziativa continuerà anche dopo il 15 gennaio”.