Pakistan, arrestati tre membri della setta ahmadi
Il quotidiano Alfazal, pubblicato dalla setta musulmana ritenuta eretica, è accusato di "incitamento all'odio". La polizia arresta, senza alcuna accusa, tre persone non legate al giornale. Uno di loro ha seri problemi medici.
Rabwah (AsiaNews) La comunità ahmadi ha diffuso ieri un documento in cui essa denuncia gli ultimi casi di persecuzione nei loro confronti. Gli ahmadi si dichiarano musulmani, ma non riconoscono Maometto come ultimo profeta e così subiscono pesanti violenze e ostracismi da parte degli integralisti in Pakistan, Bangladesh e Indonesia.
Il 9 settembre la polizia di Nagar, distretto di Jhang, ha perquisito gli uffici del quotidiano Alfazal - pubblicato dalla minoranza ahmadi - cercando il direttore, l'editore e il tipografo. Non trovando nessuno dei tre, gli agenti hanno arrestato Qasim Ahmad e Abdus Sattar, che non lavorano neppure per il giornale. Durante la stessa operazione, la polizia ha arrestato Sultan Ahmad Dogar, prelevandolo da casa. Le accuse sono di aver violato diversi articoli del Codice penale: il 295 B - meglio conosciuto come Legge sulla blasfemia, che prevede fino all'ergastolo per chi dissacra il Corano; il 298 C - che punisce con il carcere qualsiasi ahmadi, che "in modo diretto o indiretto si atteggia come musulmano, o chiama o si riferisce alla sua fede quale Islam, o prega o fa propaganda per la sua fede, o fa proselitismo, tramite parole, scritti, attività visibili o in altro modo, o in qualunque altro modo offende i sentimenti religiosi dei musulmani"; il 16 MPO per la tutela dell'ordine pubblico e la legge anti terrorismo 9ATA. Il fascicolo penale registrato alla stazione di polizia, in data 9 settembre, è a nome di Agha Saifullah, Sultan Ahmad Dogar e "altri". Secondo l'accusa, il giornale Alfazal ha incitato all'odio e insultato i sentimenti dei musulmani. Una fonte interna alla comunità ahmadi definisce l'accusa "infondata e pura invenzione", tanto più che non viene citato alcun articolo passibile di incriminazione.
Ora si teme per la salute del detenuto Dogar: 60 anni, diabetico, necessita di iniezioni di insulina due volte al giorno. Egli dice che ignora di cosa sia accusato. Due giorni dopo l'arresto è stato portato davanti al Tribunale anti-terrorismo di Faisalabad, ma il giudice ha ritrdato la seduta. Il 18 settembre la Corte ha respinto la richiesta di libertà su cauzione e ha fissato l'inizio del processo per il 25 settembre. Ma quel giorno il giudice non ha tenuto udienza e ha rinviato tutto al 4 ottobre. Intanto Dogar è in uno stato di progressivo esaurimento. Se riconosciuto colpevole, può essere condannato anche a sette anni di carcere.
Gli ahmadi ritengono le accuse false e definiscono la vicenda una grave violazione della "libertà di stampa". Nel loro comunicato, invitano il governo a metter fine a questa vicenda, prima di causare più seri danni alla propria credibilità e alla salute di un innocente detenuto.