Pakistan, ancora rinviata l’udienza per Rimsha Masih
Islamabad (AsiaNews) - Un nuovo rinvio nel caso di Rimsha Masih, la piccola cristiana disabile arrestata per blasfemia. Prevista per oggi, questa mattina la corte di Islamabad che ha in carico il procedimento ha rinviato al 3 settembre prossimo l'udienza per decidere il rilascio su cauzione. Una decisione che arriva a un giorno di distanza dal prolungamento dei termini di custodia cautelare in carcere (14 giorni terminati ieri, ndr) per la ragazzina.
Secondo l'accusa, Rimsha avrebbe oltraggiato alcune pagine di un libro, contenenti versetti del Corano. In base alle leggi sulla blasfemia pakistane, la ragazzina rischia fino all'ergastolo. Tuttavia, la difesa ha ordinato un rapporto medico, che ha certificato la minore età (circa 13 anni) e la condizione di disabilità mentale. L'accusa ha però contestato i risultati della commissione medica.
Intanto, la National Commission for Justice and Peace (Ncjp) ha deciso di riportare davanti al governo la questione dell'educazione e dell'istruzione in Pakistan, e per questo ha organizzato una conferenza a cui hanno partecipato circa 200 persone, tra insegnanti, attivisti, intellettuali e leader religiosi, cristiani e musulmani. Secondo Peter Jacob, direttore esecutivo di Ncjp, "si deve lavorare per eliminare i contenuti d'odio e di intolleranza religiosa verso le minoranze dai libri di testo. Sono questi argomenti che, negli anni, hanno causato la migrazione della comunità indù. O, di recente, l'arresto della piccola Rimsha Masih".
Uno studio pubblicato da Ncjp, Taleem Ya Nafrattki Aabiyari (Educare o nutrire l'odio), rivela che 22 libri di testo per la scuola primaria e secondaria, che saranno adottati nell'anno scolastico 2012-2013 nelle province del Punjab e del Sindh, contengono 55 capitoli "ricchi" di insulti contro indù, cristiani e India, oltre a evidenti distorsioni nelle parti storiche.
Per Mehdi Hasan, un accademico musulmano, "gli studi islamici non dovrebbero essere insegnati nelle scuole, così come [nei libri di testo] non si dovrebbe mai parlare di qualsiasi credo in modo negativo. Ma ormai, la religione ha penetrato così in profondità le nostre menti, che abbiamo iniziato a chiamare strade e alberi con nomi del Corano".