Paesi del Golfo e Arabia saudita ritirano gli osservatori dalla missione in Siria
La decisione è stata presa dopo il rifiuto di Damasco ad applicare un piano di soluzione della crisi. La Lega araba chiedeva a Bashar al-Assad di delegare i poteri al vicepresidente e di indire elezioni gestite da un governo di unità nazionale. Damasco risponde: “cospirazione contro la Siria”.
Damasco (AsiaNews/Agenzie) – I Paesi del Golfo hanno deciso oggi di ritirare i propri osservatori dalla missione della Lega araba in Siria, seguendo l’esempio lanciato dall’Arabia saudita due giorni fa. La decisione è stata resa pubblica in un comunicato, in cui si afferma che “sicuramente lo spargimento di sangue e l’uccisione di innocenti è continuata e la leadership siriana non applicherà le risoluzioni della Lega araba”. Il Consiglio di cooperazione del Golfo riunisce, oltre all’Arabia saudita, Qatar, Kuwait, Oman, Bahrain e gli Emirati arabi.
Damasco ieri ha condannato una nuova presa di posizione della Lega araba, che chiedeva al presidente Bashar al-Assad di delegare i poteri al vicepresidente, e di indire elezioni che dovrebbero svolgersi sotto “un governo di unità nazionale”. La risposta del regime siriano è stata molto secca: “La Siria rigetta le decisioni prese, che sono estranee a un piano di lavoro arabo, e le considera un attacco alla sua sovranità nazionale e una flagrante interferenza in affari interni”, è stata la dichiarazione di un funzionario governativo, che ha aggiunto che si tratta di una “cospirazione contro la Siria”.
Il nuovo piano della Lega araba prevede “il pacifico abbandono del regime siriano”, e sembra analogo all’accordo organizzato per lo Yemen, dove gli Stati del Golfo hanno convinto Ali Abdullah Saleh, al governo da oltre 30 anni, a delegare il suo potere e a lasciare il Paese. La Lega aveva deciso di prolungare di un mese la permanenza degli oservatori in Siria, dopo che il mandato era spirato la settimana scorsa. Il capo della missione, il generale sudanese Ahmed Mustafa al-Dabi, ha dichiarato ieri che la violenza in Siria è calata, dopo il loro arrivo . “Dopo l’arrivo della missione, l’intensità della violenza è cominciata a decrescere. Il ruolo della missione è di monitorare, e non fermare le uccisioni o la distruzione”. Dabi ha aggiunto che in seguito all’arrivo della missione “tutto l’equipaggiamento militare pesante” è stato rimosso da “tutte le città siriane”. Le sue dichiarazioni sono state criticate dall’opposizione siriana.
Damasco ieri ha condannato una nuova presa di posizione della Lega araba, che chiedeva al presidente Bashar al-Assad di delegare i poteri al vicepresidente, e di indire elezioni che dovrebbero svolgersi sotto “un governo di unità nazionale”. La risposta del regime siriano è stata molto secca: “La Siria rigetta le decisioni prese, che sono estranee a un piano di lavoro arabo, e le considera un attacco alla sua sovranità nazionale e una flagrante interferenza in affari interni”, è stata la dichiarazione di un funzionario governativo, che ha aggiunto che si tratta di una “cospirazione contro la Siria”.
Il nuovo piano della Lega araba prevede “il pacifico abbandono del regime siriano”, e sembra analogo all’accordo organizzato per lo Yemen, dove gli Stati del Golfo hanno convinto Ali Abdullah Saleh, al governo da oltre 30 anni, a delegare il suo potere e a lasciare il Paese. La Lega aveva deciso di prolungare di un mese la permanenza degli oservatori in Siria, dopo che il mandato era spirato la settimana scorsa. Il capo della missione, il generale sudanese Ahmed Mustafa al-Dabi, ha dichiarato ieri che la violenza in Siria è calata, dopo il loro arrivo . “Dopo l’arrivo della missione, l’intensità della violenza è cominciata a decrescere. Il ruolo della missione è di monitorare, e non fermare le uccisioni o la distruzione”. Dabi ha aggiunto che in seguito all’arrivo della missione “tutto l’equipaggiamento militare pesante” è stato rimosso da “tutte le città siriane”. Le sue dichiarazioni sono state criticate dall’opposizione siriana.
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