Padang: il terremoto distrugge l’economia, a rischio 200 mila lavoratori
di Mathias Hariyadi
Il governo ha disposto lo stanziamento di circa 700 milioni di dollari per la ricostruzione, ma chiede “collaborazione” alle autorità locali. In ginocchio il settore del turismo, causato dal crollo di hotel, negozi e centri commerciali. Presidente della Camera di commercio auspica che il terremoto venga dichiarato “disastro nazionale”.
Jakarta (AsiaNews) – Dopo il devastante terremoto che ha raso la suolo gran parte della città, Padang dove affrontare un’emergenza ancora più grave: la disoccupazione. Il sisma ha distrutto case, alberghi, negozi e ristoranti, mettendo in ginocchio il settore dell’ospitalità, motore trainante dell’economia locale: a rischio oltre 200 mila posti di lavoro. Il governo indonesiano ha disposto lo stanziamento di 689 milioni di dollari per la ricostruzione della città e altre zone del West Sumatra; Jakarta chiede anche la “collaborazione” delle autorità locali per favorire la ripresa.
Syamsul Maarif, capo del Protezione civile indonesiana, ha sottolineato che il terremoto di magnitudo 7,9 – non 7,6, come riferito in un primo momento – ha abbattuto 135.488 edifici, 65.380 abitazioni private, 2.164 scuole, 51 ospedali e 1.003 luoghi di culto, fra moschee e chiese; 30 i ponti danneggiati e 178 postazioni lungo le principali vie di comunicazione della provincia. La scorsa settimana il vice-presidente uscente Jusuf Kalla ha promesso centinaia di milioni di dollari, ma Mohammad Yusuf Asy’ari, ex Ministro per gli alloggi e le infrastrutture regionali, ha chiesto anche collaborazione e iniziative al governo locale. “Alle vittime dello tsunami del 2004 – ha spiegato il ministro – abbiamo consegnato case antisismiche. Per Padang dobbiamo muoverci in modo diverso; la ricostruzione della città necessita della partecipazione delle autorità locali”.
Una ricostruzione che deve garantire, prima di tutto, la rinascita delle normali attività economiche e commerciali della zona, che hanno il loro punto di forza nel settore dell’ospitalità. La Direzione per il turismo del West Sumatra riferisce che “il 50% degli introiti provengono dal turismo” e la “ripresa delle attività” è uno dei primi “obiettivi da raggiungere”. Il nuovo esecutivo del presidente Susilo Bambang Yudhoyono, che ha giurato ieri davanti al Parlamento per il secondo mandato, dovrà affrontare la questione, stanziando un fondo di investimenti e avviando un piano di intervento efficace.
Intanto si aggrava il dramma delle centinaia di migliaia di persone rimaste senza lavoro. La scorsa settimana a Padang migliaia di cittadini hanno manifestato contro il taglio dell’occupazione. Fra questi i dipendenti del Bunda Medical Hospital Center (Bmc), dove almeno 200 dipendenti hanno protestato contro l’ipotesi di interruzione del servizio. I manager dell’azienda ospedaliera hanno proposto il prepensionamento di infermiere e personale ausiliario, reso necessario dalla crisi economica conseguente al sisma. “Respingiamo l’offerta – aggiunge una dipendente, in condizioni di anonimato – finché i vertici non dichiarano la bancarotta”.
L’Associazione degli uomini d’affari indonesiana (Apindo) promette rimedi efficaci, ma aggiunge anche che “un quadro negativo sarà inevitabile” se non vi saranno segnali di ripresa dalla crisi economica mondiale. “Il taglio dell’occupazione – promette Sofjan Wanandi, presidente Apinfo – sarà l’ultima opzione che percorreremo”.
La Camera di commercio di Padang annuncia che “almeno 200 mila persone rimarranno senza lavoro”. Resteranno a casa dipendenti dei centri commerciali, hotel e altre aziende nel settore, costrette a chiudere l’attività. La direzione dell’hotel Bumi Minang ha programmato la demolizione di ciò che resta dell’edificio danneggiato dal sisma, più di 200 persone resteranno disoccupate. Alle quali si aggiungono circa 130 dell’Ambacang hotel e circa 120 del Rocky Plaza. Il centro commerciale Ramayana, al momento, prevede lo spostamento di 76 dipendenti in altre zone, ma ha tagliato tutti i contratti a tempo determinato.
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