07/10/2009, 00.00
INDONESIA
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Padang, pericolo epidemie nei campi profughi. Nel Paese monta la psicosi terremoto

di Mathias Hariyadi
Le autorità hanno interrotto le ricerche dei dispersi. Il bilancio ufficiale è di 704 morti, ma fonti della Croce rossa parlano di oltre 3mila vittime. Polemiche sulla sicurezza degli edifici, costruiti senza criteri antisismici. Panico fra gli indonesiani, che temono nuove scosse dalla portata “distruttiva”.
Jakarta (AsiaNews) – A una settimana dal terremoto che ha colpito l’isola di Sumatra, le autorità indonesiane hanno iniziato la disinfestazione degli edifici, per prevenire la diffusione di epidemie. Ieri hanno interrotto le ricerche dei superstiti per concentrare gli sforzi sui programmi di assistenza agli sfollati. Nella provincia di East Java e a Denpasar, capoluogo della provincia di Bali, monta il panico fra gli abitanti per un sisma di magnitudo 8.8 che potrebbe colpire la zona nei prossimi giorni.
 
Il bilancio ufficiale del terremoto di magnitudo 7,6 che, il 30 settembre scorso, ha devastato l’isola di Sumatra è di 704 morti e 295 dispersi; secondo fonti della Croce rossa le vittime potrebbero essere più di 3mila. A Padang, intanto, è iniziata la disinfestazione degli edifici crollati; le autorità temono lo scoppio di epidemie anche nei campi profughi, che ospitano decine di migliaia di sfollati. Sono più di 200mila le case e le strutture commerciali crollate.
 
Elicotteri dell’esercito trasportano generi di prima necessità, cibo e acqua nelle zone più isolate; le operazioni di soccorso sono però ostacolate dalle abbondanti piogge, che cadono sull’isola da alcuni giorni.  Il comando Usa del Pacifico ha inviato due C-17 dell’esercito carichi di aiuti e materiale per un ospedale da campo a Padang, capace di ospitare fino a 400 persone al giorno.
 
Nel frattempo montano le polemiche sulla sicurezza degli edifici, molti dei quali sono stati costruiti senza seguire i criteri antisismici. Fra le strutture crollate vi sono centinaia di scuole, realizzate da impresari edili che mirano solo al guadagno a dispetto della sicurezza. I sismologi concordano che vi saranno altri terremoti a Padang dalla forza “distruttiva”, un evento che essi giudicano “inevitabile”.
 
La psicosi si diffonde a macchia d’olio in molte altre province dell’arcipelago indonesiano. Nella provincia di East Java e a Bali la popolazione è terrorizzata dalle voci di un imminente sisma di magnitudo 8,8; le scuole invitano i genitori a tenere a casa i figli, funzionari governativi abbandonano gli uffici, la gente è in preda al panico. Il Centro di geofisica di Denpasar ha diffuso un comunicato ufficiale in cui spiega che le paure sono “infondate”, il governatore di East Java nega il pericolo, ma il senso di insicurezza è evidente.  
 
Il timore di nuove, potenti scosse è avallato dall’Istituto indonesiano di scienze (Lipi), che oggi ha lanciato un allarme per i prossimi giorni: terremoti di forte intensità potrebbero colpire Sumatra, Bengkulu e Lampung, nel cui sottosuolo vi è ancora “una forte carica tellurica” che non è stata rilasciata. La situazione potrebbe inoltre complicarsi nel caso di piogge intense e alluvioni: a ottobre inizia la stagione umida, e alcune zone di Jakarta denunciano già situazioni di disagio per l’acqua caduta nei giorni scorsi.
 
Il pericolo di nuovi terremoti è sottolineato perfino da una guida spirituale indonesiana, che avrebbe colto da “segni soprannaturali” il pericolo di “un potente terremoto” che colpirà “Sumatra e le isole Sulawesi”. A Jakarta, invece, vi saranno “forti venti, fuoco e gigantesche alluvioni” che metteranno in ginocchio la capitale.
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