PIME: in 10 giorni, 50mila euro per gli aiuti al Bangladesh colpito da Sidr
È la cifra raccolta finora grazie alle numerose donazioni arrivate a favore della campagna per i soccorsi post-ciclone. Nel sud del Paese, intanto, sono ancora in corso gli interventi d’emergenza. La testimonianza del vescovo di Khulna, la cui diocesi ha subito gravi danni, ma ha messo a disposizione le sue strutture per gli aiuti.
Dhaka (AsiaNews) – Tocca quota 50mila euro la campagna lanciata lo scorso 19 novembre dal Pontifico Istituto Missioni Estere (PIME) per aiutare la popolazione del Bangladesh colpito dal devastante ciclone Sidr. Il PIME sta lavorando in alcuni villaggi del sud, la zona interessata dal disastro, in coordinamento con i missionari Saveriani di Khulna. Da qui il vescovo mons. Bejoy N. D’Cruze riferisce delle difficoltà che sta affrontano la sua comunità e dei bisogni ancora grandi tra gli sfollati. Intanto la Caritas internationalis, altra realtà cattolica con cui collabora il PIME, ha lanciato ieri un appello per 6,5 milioni di euro, necessari per i programmi d’urgenza e per quelli di ricostruzione.
Al momento la Caritas ha già distribuito cibo ad almeno 51mila famiglie tra Baribal e Khulna, dove più del 25 per cento di tutte le abitazioni è andato distrutto. La Confederazione Caritas provvederà a fornire acqua pulita, utensili da cucina e coperte ad altre 24mila famiglie. In programma anche la costruzione di 50 rifugi anti-ciclone nei prossimi 2 anni.
Secondo gli ultimi dati ufficiali della protezione civile bengalese, il passaggio del ciclone Sidr lo scorso 15 novembre ha ucciso 3246 persone, mentre 880 risultano ancora disperse. In totale, circa 6 milioni di persone sono state colpite a vario titolo dal ciclone. Sidr ha distrutto anche la Sunderbans, la più grande foresta di mangrovie del pianeta dichiarata patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco. I danni materiali e le perdite economiche sono ingenti: oltre 2 milioni di acri di terreni coltivati sono stati danneggiati. Il settore zootecnico ha subito perdite stimate in oltre 350mila unità di ruminanti e pollame. Ha registrato gravi danni anche il settore ittico e l’allevamento di gamberetti. Dhaka ha escluso la possibilità di una crisi alimentare prima di marzo 2008, ma sta cercando comunque di aumentare le sue riserve. Tapan Chowdhury, consulente del Ministero per la gestione dei disastri e dell’alimentazione, ha detto che il governo ha chiesto ai donatori internazionali almeno 500mila tonnellate di riso per poter essere in grado di prevenire qualsiasi possibile crisi.
La testimonianza del vescovo di Khulna
In una lettera da Khulna, il vescovo locale mons. Bejoy N. D’Cruze, racconta del dramma che sta affrontando la diocesi: 500 famiglie cattoliche hanno perso la casa e si sono verificati già alcuni casi mortali di polmonite. “Cinque delle nostre 11 parrocchie nei pressi della Sunderbons hanno avuto seri danni – riferisce il presule - Mongla e Chalna sono state quelle più colpite. Il ciclone ha interessato 25 villaggi vicini alla foresta, dove la gente vive di pesca o di quanto offre la foresta”. “Centinaia e centinaia” di case sono state danneggiate e richiedono interventi di riparazione. In alcune località della Sunderbons la gente continua ad essere alloggiata nelle scuole gestite dalla diocesi. “Le nostre chiese, strutture scolastiche e sanitarie – si legge nella lettera - hanno salvato la vita di migliaia di persone di ogni estrazione sociale e credo”.
La Chiesa di Khulna è ancora molto impegnata nei soccorsi d’emergenza. “Alcuni medici appartenenti alla Commissione diocesana per la salute sono impegnati direttamente sul posto attraverso l’assistenza dei malati – aggiunge il vescovo - e le stesse congregazioni religiose della diocesi e le parrocchie della città di Khulna stanno lavorando intensamente per soccorrere le persone colpite dal ciclone”. La diocesi, in attesa di nuove donazioni, sta utilizzando quanto rimasto dal “Fondo Alluvione 2007” della scora estate per far fronte a questa ulteriore emergenza.
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