P. Lombardi: Caso Ma Daqin, resta grave la situazione della Chiesa in Cina
Roma (AsiaNews) - La situazione della Chiesa e dei vescovi cinese "rimane grave", anche se la Santa Sede "non dispone al momento di notizie più approfondite" sulla situazione del vescovo coadiutore di Shanghai, mons. Taddeo Ma Daqin, che secondo fonti di AsiaNews è stato privato ieri della sua carica episcopale dall'illecito Consiglio dei vescovi cinesi. Lo ha detto oggi il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi.
Durante la sua ordinazione episcopale (approvata dal Papa), il coraggioso vescovo della metropoli ha rifiutato l'imposizione delle mani, la comunione da parte di mons. Zhan Silu, vescovo di Mindong (Fujian) non riconosciuto dalla Santa Sede. Inoltre ha annunciato le sue dimissioni dall'Associazione patriottica: per questo è stato applaudito a lungo dai fedeli presenti. Tuttavia, subito dopo la cerimonia le autorità lo hanno di fatto costretto agli arresti domiciliari nel seminario diocesano vicino al santuario mariano di Sheshan, dove si trova ancora adesso.
Rispondendo a una domanda, padre Lombardi ha ricordato anche quanto ha scritto il cardinale Filoni in un intervento sulla rivista "Tripod" [pubblicato in italiano da AsiaNews] circa la posizione della Santa Sede riguardo la Chiesa cinese: "La situazione permane grave. Alcuni vescovi e sacerdoti sono segregati o privati della propria libertà, come recentemente è avvenuto nel caso del Vescovo Ma Daqin di Shanghai per avere dichiarato la propria volontà di dedicarsi al ministero pastorale a tempo pieno, deponendo incarichi che, fra l'altro, non sono neanche di competenza di un Pastore".
"Il controllo sulle persone e sulle istituzioni - scrive ancora il cardinale, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei popoli - si è acuito e si ricorre sempre più facilmente a sessioni di indottrinamento e a pressioni. In mancanza di libertà religiosa o in presenza di forti limiti, non tocca a tutta la Chiesa difendere i legittimi diritti dei fedeli cinesi e primariamente alla Santa Sede di dare voce a chi non ne ha?".