P. Gheddo: Sono contento della vittoria di Barack Obama
Milano (AsiaNews) - La vittoria elettorale di Barack Obama mi rende felice. Dico la verità sono contento che abbia vinto lui. Vedremo cosa saprà e potrà fare, ma per il momento sono contento, per tre motivi precisi:
1) Viviamo nel tempo di televisione, internet e tutti gli altri strumenti informatici che trasmettono in tempo reale notizie e immagini, Anche la contesa politica è ormai su questa linea. Penso che il nero Obama sia adatto a dare un’immagine diversa e positiva dell’America all’opinione pubblica mondiale. Ne sono contento perchè oggi l’America è spesso malvista e anche odiata in tutto il mondo, sia in Europa che negli altri continenti. L’11 settembre 2001 ero in Bangladesh e quel giorno, nel lebbrosario di Dhanjuri, non avevamo sentito nulla del crollo delle due Torri a New York. La mattina dopo andando in auto a Dinajpur, passavamo in paesi e città con la folla in festa e non sapevamo perché. Poi abbiamo capito: il popolo era contento dell’umiliazione subita dall’America e in genere dall’Occidente, mentre il bilancio statale del Bangladesh è finanziato al 70% da Inghilterra, Stati Uniti e paesi occidentali anche attraverso l’ONU. Le vicende dell’ultimo secolo l’hanno dimostrato che gli Stati Uniti d’America rivestono un ruolo fondamentale per la difesa della democrazia e dei diritti dell’uomo e della donna. Nel mondo, su circa 180 paesi, solo 67 sono riconosciuti come “democratici”. Mi auguro un futuro migliore per l’umanità e credo che gli Stati Uniti siano positivi in questo senso, come tutto l’Occidente cristiano del resto. Nei paesi dell’Africa nera demonizzano il colonialismo europeo, ma ora che sperimentano quello cinese, tutti concordano nel dire che è molto peggio!
2) Obama è il primo Presidente nero degli Stati Uniti. Il popolo della massima potenzia mondiale supera di slancio il pregiudizio razziale, dando a Obama sul suo avversario una schiacciante vittoria. Un fatto che penso avrà un forte impatto positivo contro qualsiasi forma di discriminazione razziale, ancora ben presente, specialmente nei confronti dei neri, nei nostri paesi europei e in altre parti del mondo. Un Presidente nero a capo degli Stati Uniti d’America, come stimolo e segno di riscatto per i neri di tutto il mondo è un avvenimento straordinario. Io missionario, che ho visto da vicino l’umiliazione dell’Africa nera e dei neri in parecchi paesi nord e latino-americani, ne sono felice.
3) L’America, come paese e come popolo, ha conservato un’alta immagine della religione, secondo l’impostazione data dalla Carta Costituzionale firmata dai Padri fondatori nel 1788, che vige tuttora con alcuni emendamenti. Barack Obama, appena ha saputo di essere il nuovo Presidente degli Stati Uniti, ha arringato la folla a Chicago concludendo con queste parole: “Dio vi benedica e benedica l’America”. In Italia, paese secolarizzato come tutta l’Europa comunitaria (vivere come se Dio non esistesse), questo non sarebbe possibile, nemmeno la nostra Costituzione nomina Dio. Gli Stati Uniti, con tutti i loro difetti e peccati personali e comunitari, sono sostanzialmente un paese cristiano, in cui la religione è alla base della sensibilità popolare, la cultura nazionale è rispettosa delle religioni, la presenza delle religioni è diffusa e condivisa molto più che in Europa. Non c’è in America, se non in frange intellettuali, il diffuso ateismo militante presente nell’Europa comunitaria. Le radici nazionali americane non sono illuministiche né anti-clericali e la cultura americana non è stata influenzata dalle ideologie marxista e nazista che hanno sconvolto e devastato il nostro continente.
Non do giudizi sulla persona di Obama che non conosco, né su quanto farà come Presidente americano (non lo sa nemmeno lui), ma per questi tre motivi sono contento che abbia vinto le elezioni e sia il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America.
13/11/2009