P. Bossi: “Sto bene, vorrei tornare a salutare i miei parrocchiani”
Zamboanga (AsiaNews) – “Sto bene: in questi ho mangiato riso e pesce secco”: è palesemente su di giri p. Giancarlo Bossi, finalmente libero dopo 39 giorni dal suo rapimento. “Sono felice – racconta ad AsiaNews – perché ho parlato con la mia famiglia. Prima di tornare in Italia, vorrei andare a salutare i miei parrocchiani di Payao”. Solo poche parole perché adesso lo attende un primo controllo medico al campo militare di Zamboanga, poi volo fino a Manila dove verrà accolto dal presidente della repubblica filippina Gloria Macapal Arroyo.
“Sta bene, ma ha detto che non toccherà più una sigaretta sebbene fosse un accanito fumatore”. Emozione e felicità: è questo lo stato d’animo di p. Luciano Benedetti che racconta: “P. Bossi è stato consegnato nelle mani del generale Caringal, capo della polizia del West-Mindanao che ne ha disposto l’immediato trasferimento al campo militare di Zamboanga”. Fondamentale per la liberazione del missionario italiano il lavoro della polizia filippina, che ha seguito passo passo la vicenda grazie ad un canale diretto con i rapitori. A dispetto delle voci circolate nei giorni scorsi p. Bossi non si è mai spostato dalla zona in cui è avvenuto il sequestro. A quanto si è appreso i rapitori sarebbero un gruppo della malavita locale senza contatti diretti con il Milf o il gruppo integralista di Abu Sayaff, affiliato ad al Qaeda, sebbene in passato alcuni componenti del nucleo abbiamo avuto rapporti con i terroristi.
“La felicità per la liberazione del nostro confratello – conclude p. Benedetti – è offuscata solo dalla consapevolezza che p. Bossi non potrà più tornare nella sua parrocchia a Payao. Sappiamo bene quanto amasse la popolazione e come il suo affetto fosse ricambiato da cristiani e musulmani, ma il rischio sarebbe troppo elevato”.(DS)
20/07/2007