Outsourcing e salario minimo: la lotta per i diritti dei lavoratori indonesiani
Jakarta (AsiaNews) - Salario minimo, "outsourcing" e maggiori riconoscimenti in tema di diritti dei lavoratori. Sono questi i punti salienti che hanno caratterizzato il primo maggio - Festa dei lavoratori - in Indonesia, un Paese che negli ultimi tre anni ha visto crescere le manifestazioni di piazza (in particolare a Jakarta) contro lo sfruttamento e per il miglioramento dei termini contrattuali. Una battaglia che ha portato al pieno riconoscimento della festa: difatti dal prossimo anno, come stabilisce il recente provvedimento firmato dal presidente Susilo Bambang Yudhoyono, anche in Indonesia il "Primo maggio" sarà una ricorrenza nazionale a tutti gli effetti.
Archiviata la lotta per il riconoscimento della festa, ora l'obiettivo è quello di mettere fine alla pratica ribattezzata "outsourcing", che è da tempo fonte di scontro fra il fronte dei lavoratori e quello padronale. L'esternalizzazione, anche detta "approvvigionamento esterno", è il termine che definisce la pratica adottata dalle aziende di ricorrere a terzi per lo svolgimento di alcune fasi della produzione. Vale sia per il subappalto di opere, quanto per l'assunzione temporanea di lavoratori, con contratti a tempo determinato su base annua.
Il problema è emerso in tutta la sua portata tre anni fa e, anche se oggi vi è una maggiore consapevolezza in tema di diritti del lavoratore, le compagnie continuano a sfruttare la pratica per risparmiare sui costi. Per questo ieri, durante le molte manifestazioni che hanno riempito le strade della capitale, in molti hanno criticato il presidente Yudhoyono e il suo vice Boediono per non aver saputo affrontare in modo deciso la controversia.
I lavoratori hanno infine rilanciato la campagna per la crescita del salario minimo su scala regionale (Umr), ricordando il recente provvedimento del governatore di Jakarta Joko Widodo che ha disposto l'aumento del 40% per le fasce più deboli. Una decisione che ha scatenato polemiche e malcontenti fra gli imprenditori, i quali lamentano un'impennata nei costi di produzione e il conseguente picco verso il basso nei profitti.
Ad accrescere i timori dei businessman, la condanna giunta la scorsa settimana a carico di un uomo d'affari dell'East Java, perché non in regola con in pagamenti. Il tribunale di Surabaya lo ha giudicato inadempiente e punito con un anno di galera e una multa in denaro. Durissima la risposta dell'Associazione degli imprenditori indonesiani (Apindo), che teme una pioggia di condanne a carico, con il conseguente collasso del sistema produttivo.
24/11/2012
26/10/2017 08:55