Osservatori della Lega Araba a Damasco. Nuovo bagno di sangue a Homs
Nella città vi sarebbero stati bombardamenti e l’uccisione di 30 persone. Un video mostra cadaveri trucidati. Alcuni osservatori sarebbero ad Homs, ma non hanno libertà di muoversi.
Damasco (AsiaNews/Agenzie) – Un gruppo di 50 osservatori della Lega araba sono giunti ieri sera in Sira per verificare la possibilità della fine delle violenze che da nove mesi insanguina il Paese. Ma proprio ieri sono state diffuse notizie e immagini di nuovi massacri a Homs, uno dei punti di massima resistenza al regime di Assad.
I 50 osservatori, di cui 10 egiziani, dovrebbero verificare la situazione, allontanare le forze di sicurezza dalle città, far liberare i civili imprigionati, fermare le violenze.
Il Consiglio nazionale siriano – che raggruppa l’opposizione ad Assad e la cui sede è all’estero – ha dichiarato che alcuni osservatori sono già ad Homs, ma “non possono andare dove le autorità non vogliono che vadano”.
Secondo l’Onu, i nove mesi di violenze hanno fatto almeno 5 mila morti. Il governo accusa “bande armate” di uccidere i soldati che vogliono riportare l’ordine nel Paese. Ma l’opposizione afferma che la maggioranza dei morti sono civili eliminati dall’esercito per soffocare le rivolte. Le affermazioni da una parte e dall’altra sono difficili da verificare perché mancano fonti indipendenti: la maggior parte dei giornalisti stranieri sono stati espulsi all’inizio delle manifestazioni.
Ieri l’opposizione ha diffuso un video che mostra bombardamenti di carri armati su Homs (v. foto), in cui circa 30 persone sono morte. Un altro video si sofferma sui corpi di quattro giovani e una donna trucidati in un bagno di sangue (VEDI QUI).
Gli attivisti accusano il governo di aver trasferito i prigionieri in basi militari – dove gli osservatori non possono andare – e di aver nascosto i cadaveri dalle strade e dall’obitorio di Homs. L’agenzia Reuters cita un residente di Homs, il quale afferma che “la violenza è da entrambe le parti”.
Secondo l’opposizione, la Siria ha accettato gli osservatori della Lega araba – sotto precise condizioni di controllo – per evitare che il Consiglio di sicurezza Onu metta a tema una discussione sulla situazione siriana.
I 50 osservatori, di cui 10 egiziani, dovrebbero verificare la situazione, allontanare le forze di sicurezza dalle città, far liberare i civili imprigionati, fermare le violenze.
Il Consiglio nazionale siriano – che raggruppa l’opposizione ad Assad e la cui sede è all’estero – ha dichiarato che alcuni osservatori sono già ad Homs, ma “non possono andare dove le autorità non vogliono che vadano”.
Secondo l’Onu, i nove mesi di violenze hanno fatto almeno 5 mila morti. Il governo accusa “bande armate” di uccidere i soldati che vogliono riportare l’ordine nel Paese. Ma l’opposizione afferma che la maggioranza dei morti sono civili eliminati dall’esercito per soffocare le rivolte. Le affermazioni da una parte e dall’altra sono difficili da verificare perché mancano fonti indipendenti: la maggior parte dei giornalisti stranieri sono stati espulsi all’inizio delle manifestazioni.
Ieri l’opposizione ha diffuso un video che mostra bombardamenti di carri armati su Homs (v. foto), in cui circa 30 persone sono morte. Un altro video si sofferma sui corpi di quattro giovani e una donna trucidati in un bagno di sangue (VEDI QUI).
Gli attivisti accusano il governo di aver trasferito i prigionieri in basi militari – dove gli osservatori non possono andare – e di aver nascosto i cadaveri dalle strade e dall’obitorio di Homs. L’agenzia Reuters cita un residente di Homs, il quale afferma che “la violenza è da entrambe le parti”.
Secondo l’opposizione, la Siria ha accettato gli osservatori della Lega araba – sotto precise condizioni di controllo – per evitare che il Consiglio di sicurezza Onu metta a tema una discussione sulla situazione siriana.
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