Osservatori Ue cominciano la missione in Georgia
Tbilisi (AsiaNews/Agenzie) – Osservatori dell’Unione europea (Ue) hanno cominciato oggi a pattugliare il territorio georgiano vicino alla Sud Ossezia per garantire un cessate-il fuoco e la fine delle ostilità fra Russia e Georgia. I circa 200 osservatori devono anche verificare il ritiro delle truppe russe oltre le zone cuscinetto volute da Mosca attorno alle regioni della Sud Ossezia e dell’Abkhazia, separatesi in modo autonomo dalla Georgia.
Hansjoerg Haber, capo della missione Ue, ha chiesto oggi agli osservatori di essere “amichevoli e fiduciosi”. Fra di loro vi sono anche esperti di diritti umani e avvocati. Il gruppo è disarmato e non può per ora entrare nelle zone cuscinetto fino al completo ritiro delle truppe russe dalle zone, che dovrebbe avvenire entro il 10 ottobre.
Il lento ritiro dei russi è stato deciso con un accordo preparato dal presidente francese Nicolas Sarkozy. La Russia vuole comunque mantenere almeno 8 mila truppe in Abhkazia e Sud Ossezia, dopo aver riconosciuto la loro indipendenza. La comunità mondiale – e soprattutto Ue e Usa – ha criticato sia le zone cuscinetto, sia il riconoscimento dell’indipendenza delle due regioni. La Ue vorrebbe anche avere osservatori in Abhkazia e Sud Ossezia, ma la Russia lo vieta. Gli osservatori Ue avranno solo 4 basi: a Tbilisi, a Gori (vicino al confine sud con la Sud Ossezia), a Zugdidi (vicino al confine con l’Abhkazia) e a Poti.
Il conflitto nella regione è cominciato il 7 agosto scorso, quando la Georgia ha cercato di riprendere il controllo sulle due regioni, dopo una serie di schermaglie. La Russia ha invaso la Georgia e ha cacciato le truppe georgiane dal Sud Ossezia e dall’Abkhazia.
La breve Guerra ha causato la morte di migliaia di persone e oltre 200 mila profughi.
Il mese prossimo a Bruxelles si terrà una conferenza di donatori per aiutare la ricostruzione della Georgia. Gli Usa hanno già promesso aiuti per 1 miliardo di dollari. Una cifra simile sarà stanziata dalla Ue. Tbilisi non potrà usare le donazioni per ricostruire il suo esercito.