Orrore e dolore nel mondo per gli attacchi di Al Qaeda ad Algeri
Roma (AsiaNews/Agenzie) – La comunità internazionale esprime orrore e dolore di fronte al doppio attacco suicida di Algeri, costata la vita ad almeno 23 persone e il ferimento di altre 160.
Una delle esplosioni ha distrutto parte della facciata della sede del Primo ministro nel centro della capitale. Una seconda bomba ha colpito una stazione di polizia vicino all’aeroporto internazionale, a Bab Ezzouar, nella periferia est di Algeri.
Ban Ki-moon, segretario generale Onu ha espresso una “forte condanna agli attacchi terroristi occorsi in Algeria… Quest’incidente deplorevole, l’ultimo in una serie di attacchi simili nel Maghreb, mostra il bisogno di un’azione internazionale concertata contro il terrorismo, il cui effetto di minare il funzionamento normale delle società, distruggendo la vita delle persone comuni”.
A Washington, sia la Casa Bianca che il Dipartimento di Stato hanno condannato gli attacchi.
Il presidente russo Vladimir Putin ha espresso “tristezza e indignazione” per le violenze. In un comunicato emesso dal Cremlino, si afferma che “questo atto criminale di terrorismo conferma che il terrorismo non ha identità religiosa o etnica ed è una delle più grandi sfide che l’intera comunità internazionale deve affrontare”.
In Medio oriente, il segretario generale della Lega Araba, Amr Moussa, ha condannato gli attacchi, insieme alle monarchie degli Emirati, del Kuwait e del Qatar.
A Bruxelles, Javier Solana, a nome dell’UE ha definito “atti odiosi e codardi” “gli attacchi sanguinari perpetrati ad Algeri, che hanno causato un alto numero di vittime”.
Gli attacchi sono stati rivendicati via internet dall’organizzazione di Al Qaeda nel Maghreb Islamico, che afferma aver ucciso 45 persone. La rivendicazione non è ancora verificata, ma il gruppo, un tempo conosciuto come “Gruppo Salafita per la predicazione e il combattimento”, in passato si era detta responsabile di diversi attentati contro forze di sicurezza e stranieri.
L’ultimo attacco in grande stile del Gruppo è avvenuto lo scorso ottobre, quando alcuni kamikaze hanno preso di mira stazioni di polizia a Reghaia e Dergana.
Da oltre 20 giorni l’esercito algerino ha varato una vasta operazione di rastrellamento nella Kabilya e a Bejaia, arrestando centinaia di elementi armati appartenenti al Gruppo salafita.
Gli attacchi di ieri sembrano essere una prova di forza, che mostra le capacità del Gruppo, divenuto l’asse di una nuova alleanza regionale di jihadisti, che comprende veterani dalla guerra in Iraq e membri di al Qaeda. Un giorno prima a Casablanca (Marocco) è stato sventato un altro attacco terrorista, conclusosi con il suicidio di 3 kamikaze braccati dalla polizia. Si temono altri attacchi anche nella vicina Tunisia.
Gli attacchi di Algeri avvengono a circa un mese dalle elezioni parlamentari nel Paese. Le violenze rischiano di far ritardare la data delle elezioni e di frenare il voto degli islamisti non violenti, che avevano deciso di partecipare alle tornate elettorali.
Fayza Kebdi, un avvocato che lavora vicino a uno dei luoghi degli attentati ha commentato: “Pensavamo che gli anni del terrorismo fossero finiti, che tutto er tornato nella norma. Ora invece ritorna la paura”. Le violenze islamiche organizzate in Algeria datano dal 1992, dopo che l’esercito ha annullato i risultati delle elezioni legislative in cui aveva vinto il partito islamista.