Orissa: la suora violentata durante i pogrom del 2008 riconosce un altro dei suoi stupratori
Cuttack (AsiaNews) – Continua nonostante le difficoltà, il processo contro gli estremisti indù autori dei pogrom anti-cristiani scoppiati nel distretto di Kandhamal (Orissa) nell’estate del 2008. Lo scorso 31 luglio, suor Meena, la religiosa picchiata e violentata durante le violenze, ha riconosciuto il quarto dei suoi 10 stupratori, consentendo la prosecuzione delle indagini. La religiosa ha indentificato il violentatore tra un gruppo di 30 persone. Di questi tre erano reali sospettati. Nelle due precedenti sfilate, avvenute il 5 gennaio 2009 e il 23 giugno 2010, la religiosa aveva individuato altri tre violentatori.
Sr Meena Barwa, dell’ordine religioso delle Servitrici, era impegnata al Centro pastorale Divyajyoti a K Nuagaon, nel distretto di Kandhamal, insieme a un sacerdote, p. Thomas Chellan. La suora è nata nel distretto di Sambalpur e ha preso i voti definitivi lo scorso aprile. Il 25 agosto del 2008, insieme al sacerdote col quale lavorava al Centro, è stata presa, picchiata, denudata e fatta girare per il villaggio. Ad un certo punto i fondamentalisti volevano perfino bruciarla viva assieme al prete. Invece l’hanno violentata. Solo alla fine, in tarda serata, mentre continuavano ad essere ingiuriati e malmenati, sono stati liberati dalla polizia (Cfr.: AsiaNews.it, 25/10/2008 Io, Sr Meena, violentata dagli indù, mentre la polizia stava a guardare).
P. Dibakar Parichha, sacerdote responsabile delle indagini per conto dell’arcidiocesi di Cuttack - Bubaneswar, si augura che grazie a questo nuovo tassello “suor Meena potrà avere giustizia e che i colpevoli saranno ufficialmente iscritti nel registro degli indagati”.
Nel 2009, il caso di sr Menna è stato spostato per motivi di sicurezza dal tribunale distrettuale di Kandhamal a quello di Cuttack. A tutt’oggi il clima di intolleranza presente a Kandhamal non permette il regolare andamento delle indagini e diversi testimoni delle violenze sono stati minacciati fuori dai tribunali. A fronte di 12 casi di omicidio schedati nella corte distrettuale di Phulbani, la più importante di Kandhamal, solo tre si sono risolti con delle condanne.