Orissa, arriva una delegazione Ue e il governo sgombera i cristiani
G Udaigiri (AsiaNews) – Il governo statale dell’Orissa ha costretto un gruppo di 91 cristiani – vittime delle violenze religiose del 2008 - a spostarsi in una sorta di campeggio alla periferia di G Udaigiri; ora vogliono cacciarli anche da lì. Lo spostamento forzato è stato deciso nell’ambito di una operazione “di pulizia” in vista dell’arrivo di una delegazione europea, che dovrebbe visitare lo Stato oggi e domani. Il Consiglio dei cristiani indiani ha espresso la propria ansia per la decisione e ha inviato una lettera sia alla delegazione dell’Unione europea che al governo statale.
John Dayal, segretario generale del Consiglio e membro del Consiglio nazionale per l’integrazione, spiega nel testo della missiva chi sono i rifugiati e perché sono perseguitati: “Si tratta di cristiani che provengono dai distretti di Killaka, Kutuluma, Rotingia-Porakia, Kiramaha, Dokadia, G-Mangia, Ratingia, Dhangarama, Lorangia, Dakapala, Rudiangia e Raikia. Sono stati costretti a lasciare i loro villaggi dopo l’ondata di violenza anti-cristiana che ha colpito l’Orissa il 25 agosto del 2008”.
Subito dopo i primi attacchi, “le famiglie cristiane sono state rilocate in un campo profughi governativo. Dopo alcuni mesi, però, l’esecutivo dell’Orissa ha chiuso il campo e ha disperso I suoi abitanti. Alcuni degli uomini del gruppo hanno trovato lavoro nei negozi e nei campi della città di G Udaigiri, ma nessuno di loro ha ricevuto il sostegno o l’aiuto del governo”. Anzi, aggiunge Dayal, “hanno subito sempre e solo molestie da parte degli abitanti locali”.
Il motivo è semplice: “Soltanto convertendosi all’induismo, queste famiglie avrebbero ricevuto assistenza. Ora però, con l’arrivo della delegazione europea, il governo locale ha cambiato marcia: il Segretario locale, Jeevan Pattnaik, si è presentato accompagnato da uomini in uniforme nel campo profughi e l’ha sgombrato. I cristiani, ancora una volta, sono stati costretti ad andarsene ed hanno montato le loro tende per le strade”.
Ma le disavventure di questi 91 cristiani non sono ancora finite: “Quando me ne sono andato, alle dieci di mattina, un rappresentante del governo è arrivato dicendo che sarebbe tornato per spianare le tende dalle strade. Qualcuno ha protestato, ma inutilmente. Ora chiediamo che la loro situazione venga risolta, e che questi cristiani non siano costretti a convertirsi all’induismo per poter vivere in maniera dignitosa”.
20/09/2019 10:06