Organizzazione islamica indonesiana lancia una fatwa contro il fumo
di Mathias Hariyadi
Il Muhammadiyah, seconda organizzazione musulmana del Paese per seguaci, dichiara che il tabagismo è "haram", moralmente sbagliato. Esso conduce a modelli di vita poco sani, indebolisce le persone e spinge i frustrati al suicidio. A rischio l’industria del tabacco, una delle principali risorse economiche.
Jakarta (AsiaNews) – Il Muhammadiyah ha lanciato una fatwa contro il fumo, dichiarando che il tabagismo è haram, ovvero “moralmente sbagliato”. Una presa di posizione durissima contro le “bionde” da parte dell’organizzazione musulmana definita moderata, che raccoglie circa 40 milioni di membri e in Indonesia – la nazione musulmana più popolosa al mondo – è seconda solo al Nahdlatul Ulama (NU, con 60 milioni di seguaci). L’editto religioso, oltretutto, va a colpire l’industria del tabacco, una delle attività economiche più importanti del Paese per fatturato e come fonte occupazionale.
Le due organizzazioni mantengono, di solito, una posizione moderata rispetto a tematiche controverse quali il jihad, il terrorismo islamico, la morale, il codice etico e l’abbigliamento. Proprio per questo l’opinione pubblica indonesiana ha reagito con “stupore” all’annuncio del Muhammadiyah. Il comitato centrale ed esecutivo del movimento musulmano ha infatti dichiarato “moralmente illecito” (haram) il vizio del fumo.
Lo stop alle “bionde” è scritto nero su bianco in una “fatwa” identificata con la sigla 6/SMOTT/III/2010, che contiene anche i motivi per i quali fumare sarebbe sbagliato. In primis la volontà di proporre modelli di vita sani e che aiutino a preservare l’ambiente. Insieme all’aspetto salutista ed ecologico, l’editto è motivato dalla volontà di rafforzare gli animi “indeboliti” da comportamenti e modelli di vita sbagliati.
Il professor Yunahar Ilyas, membro di primo piano del Muhammadiyah, conferma che il fumo è “una cattiva abitudine” che conduce le persone ad altre “situazioni” peggiori, fra cui la debolezza fisica, e spinge i frustrati al suicidio.
La presa di posizione della seconda organizzazione musulmana del Paese colpisce al cuore l’industria del tabacco, una delle principali risorse economiche dell’Indonesia. I magnati del fumo, infatti, sono fra i principali contribuenti al momento della dichiarazione dei redditi. Il settore offre inoltre occupazione a moltissime persone, provenienti in maggioranza dalle aree povere e agricole.
Anche gli eventi sportivi e musicali subiranno un duro colpo: le sigarette, infatti, sono fra gli sponsor principali delle manifestazioni. Un crollo degli affari nel settore del tabacco – causato dalla fatwa – determinerebbe minori risorse da investire nell’intrattenimento, nello sport e nello spettacolo.
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