Opposte pressioni fanno sospendere il vertice interlibanese
Pressioni da Damasco che non vuole trovarsi fuori gioco, mentre da Washington Joumblatt si unisce alla Rice nel chiedere le dimissioni di Lahoud e il disarmo di Hezbollah. Geagea: appoggeremo qualsiasi iniziativa del patriarca Sfeir.
Beirut (AsiaNews) Sospeso, ma non annullato, il vertice interlibanese: la causa, nelle parole del presidente del Parlamento, Nabih Berri, "consentire ai partecipanti di discutere con i loro alleati e i membri dei loro gruppi politici sui temi che saranno posti in votazione lunedì prossimo". L'autorevole L'Orient Le Jour parla invece di decisione di Hezbollah, che da un lato vuole la presenza a Beirut del suo grande rivale, Walid Joumblatt, in visita negli Usa, e dall'altro segue le "forti pressioni da parte della Siria".
Se, infatti, da Washington, Joumblatt ed il segretario di Stato Condoleezza Rice sostengono l'applicazione della risoluzione 1559 dell'Onu, che chiede tra l'altro il disarmo delle milizie, mentre il vicepresidente Dick Cheney mette in guardia la Siria dal continuare ad intromettersi negli affari libanesi, da Damasco il presidente Bachar El Assad ha criticato le lunghe riunioni inter-libanesi, sostenendo che questo dialogo non potrà raggiungere il suo scopo senza la Siria. Assad ha ribadito il suo "pieno appoggio al presidente Lahoud, che rimane l'unico punto di riferimento per tutti i libanesi, che stanno vivendo dei momenti difficili". Il presidente siriano ha chiesto ai Paesi arabi di non lasciare il Libano nelle mani degli interessi d'Israele ed ha nuovamente sostenuto il suo interesse a sapere la verità sull'assassinio dell'ex-premier libanese Rafic Hariri, "assassinato dagli nemici del Libano e della Siria". Sono affermazioni che il presidente siriano ha fatto all'arrivo dello spagnolo Michelangel Moratinos, che ha cominciato oggi una visita in Siria, allo scopo, secondo fonti ben informate, di chiarire alcuni punti che continuano a turbare i rapporti fra la Siria e la Comunità Europea.
Anche il Comitato di presidenza del Congresso dei partiti politici in Siria, che ha concluso, oggi, la sua riunione nella capitale siriana, si è rivolto ai capi dei Paesi arabi. In una lettera, in vita del vertice annuale dei Paesi arabi a Khartoum, in Sudan,tra il 28 ed il 30 di questo mese, si chiede appoggio alla Siria, che sta affrontando le pressioni internazionali dovute alla sua posizione a favore del mondo arabo, contro i progetti di Israele e la sua avidità, e la non applicazione della risoluzione 1559 dell'Onu, che potrebbe essere l'inizio della emarginazione degli arabi.
Alle dichiarazioni del presidente Assad, giunte poche ore dopo la sospensione degli incontri del vertice inter-libanese, sono seguite le critiche del generale Aoun alle affermazioni di Joumblatt, che, dopo il suo incontro con la Rice, negli Stati Unite, ha definito Hezbollah "una milizia che bisognerebbe disarmare" ed ha ribadito le sue critiche verso il presidente Lahoud, affermando l'appoggio senza riserve degli Stati Uniti al progetto del movimento del 14 marzo, che chiede la deposizione del presidente libanese e l'applicazione della risoluzione 1559, che chiede anche il disarmo del Partito di Dio e dei profughi palestinesi.
Samir Geagea, uno dei 14 leader politici che partecipano ai colloqui inter-libanesi, ha detto ad AsiaNews, dopo la sospensione delle riunioni, "non abbiamo potuto fare quello che speravamo prima dell'inizio del vertice". Geagea appare pessimista sulla possibilità di raggiungere un accordo e lancia dure critiche contro la Siria e contro il presidente Lahoud, definito "filo-siriano". Il comandante delle Forze libanesi sostiene la necessità di "obbedire alle richieste del popolo libanese, che chiede la deposizione del presidente Lahoud e l'elezione di un nuovo presidente, capace di aiutare i libanesi a superare la crisi attuale". Gegea ha riaffermato la sua fiducia nel patriarca maronita Nassrallah Sfeir, considerato "l'ago della bilancia", capace di misurare gli avvenimenti e giudicare il loro peso, ed ha confermato l'appoggio del Movimento del 14 marzo a qualsiasi iniziativa del patriarca.