Operai del Ciad in Arabia Saudita, condannati alla clandestinità
Sono oltre 100 mila e la maggior parte è nata in Arabia, ma non riescono a ricevere la cittadinanza saudita e non hanno diritto di soggiorno. Non possono andare a scuola, né ricevere cure mediche in ospedale.
New York (AsiaNews/Hrw) Oltre 100 mila persone del Ciad vivono e lavorano in Arabia Saudita da anni; la maggior parte vi sono nate, ma non hanno regolare permesso e non riescono a prendere la cittadinanza saudita. Sono privi del diritto all'istruzione e alle cure sanitarie.
La ong per la tutela dei diritti Human Rights Watch (Hrw) dice che negli ultimi due anni il governo saudita non ha rinnovato i permessi biennali a circa 100 mila cittadini originari del Ciad, senza dare alcuna spiegazione. Senza il permesso essi devono tornare in Ciad, anche se la gran parte sono nati in Arabia e non hanno mai visto l'Africa. Parecchi sono stati arrestati e deportati con la forza. La legge saudita rende loro impossibile ottenere la cittadinanza, perché non hanno i necessari requisiti di istruzione e finanziari.
Joe Stork, vice direttore di Hrw per Medio Oriente e Africa settentrionale, spiega che una circolare del ministero saudita dell'Istruzione del 26 dicembre 2004, classificata come "importante e urgente", dice agli insegnanti di compilare un questionario per ogni scolaro del Ciad indicando il reddito familiare, il tipo di lavoro dei genitori e una descrizione circa episodi di violenza nella famiglia o da parte dello stesso studente. A partire dal marzo 2005 prosegue Stork - le scuole pubbliche hanno espulso i bambini perché i genitori sono privi di permesso di soggiorno. Ad alcuni studenti di famiglie del Ciad nati in Arabia e andati a studiare in università estere, sul passaporto è stato scritto "uscita finale", che impedisce il ritorno nel Paese.
Hrw riporta anche testimonianze di molti ciadiani ai quali gli ospedali della città di Jedda, come l'ospedale Re Abd al-Aziz, hanno rifiutato assistenza, anche in casi di emergenza o per partorire, perché privi di permesso di soggiorno.
Secondo Stork questa discriminazione è iniziata dopo che nel novembre 2003 la polizia speciale ha arrestato un cittadino del Ciad, sospettato di terrorismo. Il timore che altri ciadiani siano implicati coi terroristi locali, ha portato all'emarginazione dell'intero gruppo etnico.
Hrw lamenta che, pur avendo più volte chiesto notizie a organi ed enti come il ministero dell'Interno e la Società nazionale saudita per i diritti umani, dopo mesi non ha ancora ricevuto informazioni.
La ong chiede che cessi ogni discriminazione basata sulla nazionalità, anche richiamandosi alla Convenzione per i diritti del bambino, specie per il diritto dei minori all'istruzione e alle cure sanitarie. L'Arabia Saudita ha aderito a tale Convenzione nel 1996. (PB)
21/12/2016 12:53