Onu e Stati Uniti contestano la costruzione di nuove case a Gerusalemme est
Il governo israeliano ha annunciato l’edificazione di 884 nuove residenze in una zona che esso considera parte della Città Santa, ma che è in Cisgiordania e che i palestinesi vedono come la capitale del loro futuro Stato.
Gerusalemme (AsiaNews) – Disapprovazione è stata espressa delle Nazioni Unite e degli Stati Uniti per la decisione del governo israeliano di costruire 884 nuove case a Gerusalemme Est. Una iniziativa che il ministro per la casa, Ze'ev Boim, ha detto avere il sostegno del premier Ehud Olmert.
Alle proteste del presidente palestinese Mahmoud Abbas, si è unito, ieri, il portavoce della Casa Bianca, Dana Perino, secondo la quale “nessun nuova colonia dovrebbe essere costrita, in quanto sappiamo che esaspera le tensioni, quando si va a negoziare con i palestinesi”. Secondo la Perino, inoltre, le costruzioni spingono i palestinesi a credere che “non si agisce in dubbio la buona fede, quando si va a trattare”.
Da parte sua, il segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, in una dichiarazione, si è detto “profondamente preoccupato” ed ha sostenuto che “la continua costruzione da parte del governo di Israele di colonie nei territori occupati palestinesi è contraria al diritto internazionale ed a quanto deciso nella Road Map e nel processo di Annapolis”.
La costruzione dei nuovi quartieri è stata decisa domenica dal governo israeliano. Essa riguarda un’area, che gli israeliani chiamano Pisgat Ze'ev e Har Homa, ed i palestinesi Jabal Abu Ghneim e che, secondo il ministro Boim fa parte di Gerusalemme, pur essendo in Transgiordania. Essa inoltre, secondo l’esponente governativo, non è parte dell’area detta E1. Costruire in detta zona spezzerebbe l’unità territoriale della Cisgiordania. Negli auspici palestinesi, la parte orientale di Gerusalemme dovrebbe divenire la capitale del loro futuro Stato.
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