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OCEANIA
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Onu crea gruppo di studio sugli effetti di una guerra nucleare

La proposta è stata sostenuta da nazioni insulari come Fiji, Kiribati, Palau, Samoa e Tonga, che ancora vivono le conseguenze dei test atomici nella regione. Russia, Francia e Regno Unito hanno votato contro. Secondo gli esperti, un quadro chiaro sulle consiguenza di un conflitto nucleare potrebbe favorire nuovi accordi per il disarmo.

New York (AsiaNews/Agenzie) - L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione per istituire una commissione di esperti indipendenti che valuti le conseguenze di una guerra nucleare. Un tema che per le nazioni insulari del Pacifico è ancora di attualità a causa dei test nucleari effettuati nella regione fino agli anni ‘90. 

La decisione, promossa da Nuova Zelanda e Irlanda e sostenuta da Fiji, Kiribati, Palau, Samoa e Tonga, è stata approvata il primo novembre con 144 voti a favore. Tra i Paesi che possiedono armi nucleari, Russia, Regno Unito e Francia hanno votato contro, mentre Stati Uniti, India, Israele, Corea del Nord e Pakistan si sono astenuti. La Cina, invece, ha votato a favore.

La risoluzione prevede la creazione di un gruppo di esperti composto da 21 membri che esamineranno gli effetti fisici e sociali di una potenziale guerra nucleare a livello locale, regionale e globale, analizzando le ripercussioni sul clima, l’agricoltura, la salute pubblica e i sistemi socio-economici. Gli scienziati, pur dando per scontato che in caso di conflitto nucleare morirebbero centinaia di migliaia di persone, ritengono che il reale impatto sull’umanità sia al momento incerto a causa di lacune nella ricerca.

Lo studio, che verrà presentato nel 2027, sarà il primo di questo genere in oltre trent’anni. L’ultima indagine dell’Onu risale infatti al 1988 e si concentrava solo sul cambiamento climatico. All’epoca, la Francia era l’unica nazione che ancora effettuava test nucleari nel Pacifico. Smise nel 1996, detonando, nella Polinesia francese, 29 ordigni solo negli ultimi otto anni.

A settembre, il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni unite ha presentato un rapporto sulle violazioni dei diritti umani derivanti dai test nucleari effettuati dagli Stati Uniti nelle Isole Marshall, un gruppo cinque isole e 29 atolli più piccoli nella parte settentrionale dell’Oceano Pacifico. I 67 test condotti tra il 1946 e il 1958 hanno lasciato pesanti eredità: problemi di salute, danni ambientali, difficoltà abitative e violazioni dei diritti degli indigeni. Per Hilda Heine, presidente delle Isole Marshall, i test nucleari hanno lasciato “cicatrici profonde” tra la popolazione. La nazione insulare il mese scorso è stata eletta per entrare a far parte, dall’anno prossimo, del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni unite, e tra le priorità ha inserito il cambiamento climatico e la giustizia nucleare. 

Nove nazioni insulari, insieme a Nuova Zelanda e Australia, nel 1986 avevano ratificato il Trattato di Rarotonga per vietare l’uso, i test e il possesso di armi nucleari nella regione. Tuttavia, oggi, nonostante il numero di testate nucleari sia inferiore rispetto al picco registrato nel 1986, gli arsenali nucleari sono di nuovo in crescita. Secondo la Federazione degli scienziati americani, nove Paesi – Russia, Stati Uniti, Francia, Cina, Regno Unito, Pakistan, India, Israele e Corea del Nord – possedevano circa 12.121 testate nucleari all’inizio del 2024. Anche diverse accademie scientifiche dei Paesi del G7 hanno recentemente emesso una dichiarazione congiunta, sottolineando che “nel contesto dell’attuale instabilità globale, è imperativo evidenziare le conseguenze note della guerra nucleare”. 

Per i Paesi del Pacifico, la decisione approvata dall’Assemblea generale è quindi anche un importante tentativo di sensibilizzazione sul disarmo nucleare. Il rappresentante permanente all’Onu delle isole Fiji, Filipo Tarakinikini, ha spiegato che il mondo deve comprendere la “devastazione senza precedenti” delle armi nucleari, soprattutto al giorno d’oggi, con la scomparsa delle generazioni che hanno vissuto la seconda guerra mondiale. “Dobbiamo risvegliare la consapevolezza delle persone sugli orrori reali di una guerra nucleare”, ha dichiarato. La speranza è che un quadro chiaro sugli effetti del nucleare aumenti gli sforzi per implementare i trattati contro le armi nucleari.

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