Onu condanna le due bombe di Colombo
di Melani Manel Perera
Il segretario generale Ban invita le parti in conflitto a “riprendere il processo di pace”. Le due esplosioni, una provocata da un kamikaze donna, hanno fatto 18 morti e oltre 30 feriti; potrebbero segnare l’avvio di una campagna delle Tigri contro i civili in risposta agli attacchi del governo al nord.
Colombo (AsiaNews) – Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban ki-Moon, ha espresso forte condanna per i due attentati che ieri hanno fatto19 morti e più di 30 feriti nella capitale dello Sri Lanka, Colombo. Nessuna rivendicazione al momento, ma i sospetti si concentrano sui separatisti delle LTTE (Liberation Tigers of Tamil Eelam). Gli attacchi seguono una dichiarazione del leader delle Tigri.
“Il segretario generale condanna gli attacchi suicidi di Colombo – si legge in una dichiarazione diffusa ieri sera - e porge le sue condoglianze alle famiglie delle vittime”. Ban ha poi invitato con urgenza a “mettere fine alla spirale di violenza in Sri Lanka” e ha chiesto alle “parti in conflitto di tornare al processo di pace e compiere ogni sforzo possibile per proteggere i civili”.
Il primo attacco, condotto da un kamikaze donna, è avvenuto nel centro della città ieri mattina. Obiettivo del fallito attentato era Douglas Devanada, capo del dicastero dei Servizi sociali e leader dell’Eelam People’s Democratic Party (EPDP). Nell’esplosione oltre all’attentatore è rimasto ucciso anche il segretario particolare del ministro.
La seconda esplosione si è verificata nel quartiere di Nugegoda davanti ad un centro commerciale nell’ora di punta. L’ordigno, nascosto in un pacco bomba, ha ucciso 17 persone. Tra i 39 feriti anche molti studenti.
I due attentati giungono il giorno dopo la dichiarazione del leader delle Tigri Tamil Velupillai Prabhakaran, il quale ha accusato la comunità internazionale di assecondare il governo nella sua opera di repressione degli oppositori e ha affermato di non intravedere nessuna possibilità di intesa che possa porre fine alla guerra civile.
Intanto al nord, nelle terre rivendicate dalle Tigri, si assiste ad una escalation degli scontri tra esercito e ribelli. Il 27 novembre 11 bambine sono state uccise a Vanni, zona controllata dai separatisti. LTTE e governo si accusano a vicenda della strage. In un altro “incidente” il girono precedente a Maluvarayankattaiadampan, 2 insegnanti e 3 studenti sono morti sotto i colpi dell’artiglieria diretti contro la scuola.
Secondo voci e impressioni che circolano tra la popolazione al nord del Paese, i due attacchi di ieri potrebbero segnare l’avvio di una campagna di attentati delle LTTE in risposta ai pesanti attacchi dell’esercito nelle aree settentrionali. Dal canto suo il governo ha dichiarato che questi sono “gli ultimi morsi delle Tigri come organizzazione terroristica”.
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