Ong: aprite corridori umanitari nel nord-est dello Sri Lanka
Il Jesuit Refugee Service si unisce alle numerose agenzia umanitarie, a cui il governo cingalese vieta di raggiungere le migliaia di sfollati, in fuga dai bombardamenti.
Muthur (AsiaNews) La comunità internazionale faccia pressione sul governo dello Sri Lanka, affinché permetta alle agenzie umanitarie di raggiungere la popolazione in fuga dalle violenze nel nord e nell'est del Paese. È l'appello lanciato oggi dal Jesuit Refugee Service (JRS), mentre Colombo promette di continuare le operazioni militari contro i ribelli delle Ltte (Tigri di liberazione dell'Eelam Tamil) finché non avrà ottenuto il controllo del conteso canale di Maavilaru a Trincomalee. Nella zona da fine luglio sono in corso bombardamenti e scontri a fuoco con pesanti perdite tra i civili: solo ieri le Tigri hanno riferito della morte di 50 persone e del ferimento di 200 nel loro territorio. Fonti mediche parlano invece di 6 militari uccisi e più di 50 feriti lungo il canale. Il governo vieta ai soccorsi di avvicinare le migliaia di sfollati, bloccati sotto i bombardamenti.
Il direttore del JRS in Sri Lanka, p. Vinny Joseph, spiega la necessità che "che India e comunità internazionale facciano propria la causa dei profughi interni. Da quattro giorni a Kathiraveli circa 45 mila persone soffrono di fame, ma l'esercito non permette agli aiuti di raggiungere la zona".
"La situazione continua il gesuita è molto grave e richiede la nostra presenza e assistenza: stiamo facendo del nostro meglio per alleviare le sofferenze di civili innocenti, ma il governo vieta di visitare questa gente e lavorare per loro".
All'appello del JRS fa eco il Minority Right Group (MRG). Il gruppo, con sede a Londra, sottolinea inoltre che "nelle situazioni di conflitto spesso le comunità di minoranza sono le ultime a ricevere aiuti; speriamo che questo non sia il caso dello Sri Lanka". Nelle ultime settimane anche altre agenzie di soccorsi hanno chiesto l'apertura di corridori umanitari, ma in vano.
Mentre i combattimenti vanno avanti cresce la paura che le ultime ostilità possano definitivamente far piombare di nuovo il Paese nella guerra civile, che lo ha scosso per 20 anni. Il cessate-il-fuoco in vigore del 2002 è ormai ritenuto nullo da entrambe le parti.