Omicidi di giornalisti e attivisti, una “guerra fra bande”
Una fonte cattolica filippina commenta per AsiaNews le critiche Onu a governo ed esercito sui crescenti omicidi extra-giuridici, e sottolinea come la stampa locale sia divenuta nel tempo lo strumento senza etica di una politica “sporca e corrotta”. Domani la Arroyo parlerà alla nazione.
Manila (AsiaNews) – Quella in atto nelle Filippine è oramai “una guerra fra bande, in cui giornalisti ed attivisti sono divenuti parte integrante di una politica sempre più sporca e corrotta. Non bisogna dunque stupirsi se aumentano gli omicidi extra-giuridici, che fanno parte del regolamento di conti fra le fazioni”.
E’ questo il commento rilasciato ad AsiaNews da una fonte cattolica filippina, anonima per motivi di sicurezza, che cerca di spiegare l’aumento della violenza sociale nel Paese e la condanna degli omicidi sommari espressa oggi da Philip Alston, inviato speciale delle Nazioni Unite con delega sulle “esecuzioni speciali”.
Alston ha chiesto al governo di esprimere “una dura condanna contro gli omicidi extra-giuridici, che sempre più spesso colpiscono chiunque si avventuri nel campo dell’informazione o della denuncia sociale” ed ha indicato nell’esercito il mandante – se non addirittura l’esecutore – di “un numero significativo di questi crimini”.
In risposta, il presidente Arroyo ha confermato che domani parlerà alla nazione, rendendo pubblici i risultati dell’inchiesta sugli omicidi condotta dalla Commissione Melo, per chiarire la situazione e spiegare i coinvolgimenti di Stato e forze armate.
Gli omicidi “sono chiaramente da condannare, perché la violenza non porta mai a nulla, ma è necessario anche comprendere come mai la situazione sia arrivata a questo punto. Parliamo di 830 persone assassinate dal 2001, una cifra impressionante: eppure, fra le vittime non vi sono solo inermi cittadini interessati a fare luce su verità scomode, come può apparire dall’esterno”.
La realtà “è ben diversa: soprattutto la stampa, intesa come stampa locale, è divenuta sempre più uno strumento in mano alle varie fazioni politiche o bande legate al gioco d’azzardo, che viene usata per screditare o incensare candidati, proposte ed azioni che avvengono sul territorio. Molti di loro sono senza scrupoli, ed usano gli strumenti che hanno a disposizione per raggiungere i loro scopi, senza etica né morale”.
Alla luce di tutto questo, “non deve stupire che, come ogni avversario, vengano eliminati. Ripeto, va condannata senza mezzi termini la violenza e, se provato, il coinvolgimento dell’esercito. Ma si deve anche aver presente la realtà dei fatti”.
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