Oltre 53 persone muoiono in due esplosioni nelle miniere di carbone
La sete di energia del gigante cinese mette sotto pressione gli impianti, dimenticando la sicurezza. Il numero dei morti in miniera è arrivato a 20 mila l'anno.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) Le forti esplosioni di gas in due miniere di carbone nell'Heilongjiang e nello Yunnan hanno ucciso almeno 53 minatori.
La prima esplosione è avvenuta il 25 pomeriggio nella miniera Yuanhua a Jixi (Heilongjiang). Lo scoppio ha ucciso 21 minatori, mentre 6 sono dispersi. L'incidente è stato causato dal tentativo di far uscire gas dalla galleria, dopo una caduta di corrente.
Più tardi, verso sera, vi è stata un'esplosione nella miniera di Changyuan (Yunnan), che ha ucciso 32 persone, ferendone 28. La miniera operava illegalmente, dato che le autorità ne avevano chiesto la chiusura da due anni. Le squadre di soccorso non sanno quante persone lavoravano in galleria al momento dello scoppio, ed è probabile che il bilancio dei morti sia più alto.
Ieri le autorità hanno stabilito la chiusura permanente anche della miniera nell'Heilongjiang.
La Cina ha il primato del maggior numero di morti in miniera e soprattutto nelle miniere di carbone. Responsabili degli impianti, sia governativi che pubblici, premono per uno sfruttamento intensivo, riducendo le misure di sicurezza per aumentare i profitti.
L'economia cinese in pieno boom ha sempre più bisogno di energia, mettendo sotto pressione l'industria mineraria del carbone che provvede al 70% del fabbisogno di energia.
Secondo dati ufficiali, nei primi 10 mesi dell'anno, sono morti 3726 in più di 2300 incidenti. L'anno scorso sono morti 6 mila minatori in diversi incidenti (almeno 16 al giorno).
Secondo organizzazioni internazionali, il numero reale dei morti in miniera è di 20 mila all'anno. In molti casi, infatti, proprietari delle miniere e governi locali nascondono gli incidenti per sfuggire alla chiusura degli impianti.