Oltre 500 afghane manifestano contro il rapimento di donne
La protesta si è svolta ieri a Kandahar. Le dimostranti, molte in burqa, chiedono la liberazione di Cyd Mizell, cooperante rapita sabato con il suo autista. Del sequestro ancora nessuna rivendicazione.
Kandahar (AsiaNews/Agenzie) – Oltre 500 donne afgane hanno manifestato a Kandahar, nel sud dell’Afghanistan, per la liberazione dell’operatrice umanitaria americana Cyd Mizell, rapita il 26 gennaio con il suo autista, Abdul Hadi. Le autorità dichiarano che non ci sono ancora rivendicazioni o sospettati. I due sono stati prelevati a Kandahar da un gruppo di uomini armati.
La protesta di sabato è un gesto coraggioso nell’Afghanistan delle donne che aspettano ancora il pieno riconoscimento dei loro diritti. Soprattutto se si tiene conto del clima tradizionalista, chiuso e violento che regna in questa città, ex roccaforte talebana.
Rona Tareen, la direttrice della Kandahar Woman's Association, denuncia: "Lei (la Mizell) era qui per aiutare le donne di Kandahar. Il suo rapimento è contro la cultura e la tradizione. Chiediamo ai suoi rapitori di liberarla immediatamente". La cooperante statunitense vive da tre anni a Kandahar, dove lavora per la Asian Rural Life Development Foundation, insegnando inglese nelle scuole.
Un’altra donna, Bibi Nanai, racconta all’Associated Press di aver preso parte alla manifestazione con il consenso del marito. Le dimostranti si sono riunite ieri in una sala di preghiera, da dove hanno lanciato un appello affinché il governo lavori per il rilascio della Mizell. Molte di loro indossavano il burqa.
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