Oggi un nuovo round nella trattativa per il nucleare iraniano
Mosca e Teheran manifestano ufficialmente ottimismo, ma c'è chi sostiene che l'Iran sta solo prendendo tempo mentre cerca di creare un fronte islamico.
Mosca (AsiaNews) - C'è ufficialmente "ottimismo" sulla possibilità di un accordo tra Iran e Russia sulla controversia dell'arricchimento del combustibile nucleare, anche se non mancano coloro che ritengono non arrestabile la volontà di Teheran di avere l'atomica.
Oggi entrambe le parti manifestano fiducia. "Io credo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov da Budapest - che un compromesso che non permetta violazioni all'accordo di non proliferazione sia possibile". "Quel che è necessario all'Iran - ha aggiunto - è tornare alla moratoria, accettare la proposta di una joint-venture come pacchetto che sia sostenuta dai membri del Consiglio dei governatori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica. Questo non vuol dire che sia già deciso". Da Tokyo, dove sta concludendo una visita di tre giorni, il ministro degli esteri iraniano Manouchehr Mottaki afferma la "flessibilità" del suo Paese per arrivare all'accordo. "L'Iran ha sostenuto - è flessibile sul metodo per la realizzazione del progetto, ma non rinuncerà mai ai suoi diritti". Ma "l'arricchimento dell'uranio ha aggiunto - per il popolo iraniano è una questione nazionale". "Da un lato è un nostro diritto, dall'altro c'è preoccupazione per questa questione: l'Iran è pronto a mediare tra i due problemi".
Ma, come sempre per ciò che riguarda l'atteggiamento di Teheran, accanto ad affermazioni di disponibilità ci sono proclami sull'irrinunciabilità del diritto a "pacifiche" centrali nucleari. E già al suo arrivo a Mosca, il capo della delegazione iraniana, Ali Larijani, ha respinto l'idea di Lavrov di una moratoria sull'arricchimento dell'uranio. "Una moratoria ha detto - è necessaria, quando c'è un pericolo, ma tutte le nostre attività sono trasparenti".
La frase rafforza il partito di quanti vedono nelle trattative con Mosca un mezzo usato da Teheran per dilazionare la questione, mentre prosegue una frenetica attività diplomatica che mira da un lato a tranquillizzare Mottaki in Giappone e dall'altro a creare un fronte islamico di solidarietà. E' lo scopo che si prefigge in particolare il presidente Mahmud Ahmadinejad che, dopo una visita compiuta lunedì in Kuwait, è da oggi e per tre giorni in Malaysia, attuale presidente dell'Organizzazione della conferenza islamica (Oci), che raggruppa 57 Paesi. E mentre si avvicina la riunione dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), che il 6 marzo tornerà ad esaminare il possibile deferimento dell'Iran al Consiglio di sicurezza, Mottaki ha criticato tale ipotesi sostenendo che il Consiglio di sicurezza non può essere usato come uno strumento di pochi Paesi. "L'epoca della forza è finita".
Quanto alle preoccupazioni dell'Occidente, il ministro ha chiesto "che garanzia può esserci che in futuro avremo sufficiente approvvigionamento di energia; così vogliamo trovarci da soli la via per averla".