Oceano Indiano: Cooperazione internazionale contro pirateria, traffico umano e droga
di Melani Manel Perera
Lo afferma Gotabaya Rajapaksa, ministro della Difesa dello Sri Lanka, alla Conferenza internazionale sulla sicurezza marittima nell’area dell’Oceano Indiano. Per fermare le minacce, sono necessarie una condivisione ampia delle informazioni e un monitoraggio più attento della zona.
Galle (AsiaNews) – “La mancanza di sforzi internazionali coordinati per implementare la sicurezza marittima non solo colpisce le imbarcazioni, ma anche la sicurezza nazionale delle nazione costiere. Pertanto, la cooperazione tra Paesi con interessi nell’Oceano Indiano è essenziale per combattere con efficacia la pirateria, il traffico di esseri umani e di droga”. Lo ha affermato Gotayama Rajapaksa, ministro della Difesa dello Sri Lanka, in apertura dell’annuale conferenza internazionale di due giorni Galle Dialogue. Il tema di quest’anno è “Sfide e cooperazione strategica per le preoccupazioni marittime dell’Oceano Indiano”.
“La pirateria somala – afferma il Ministro – è una delle minacce più serie per le navi commerciali e per la sicurezza nell’Oceano Indiano. Le vigenti leggi internazionali hanno provato la loro inefficacia nel combattere tale attività. Per combattere questo problema, è essenziale che sia migliore cooperazione tra gli Stati coinvolti nell’area; ampia condivisione d’informazioni; monitoraggio più attento della zona”.
Gotabaya Rajapaksa, fratello del presidente dello Sri Lanka Mahinda Rajapaksa, sottolinea poi le altre minacce provenienti dal mare, come il traffico di esseri umani. Il fenomeno è aumentato alla fine della trentennale guerra civile, dopo la sconfitta del Ltte (Liberation Tigers of Tamil Eelam, i ribelli tamil). “Le imbarcazioni rimaste che appartenevano ai ribelli – sostiene Rajapaksa – hanno avviato questa impresa illegale. Facendosi pagare migliaia di dollari da ogni migrante, queste navi hanno trasportato centinaia di persone attraverso le acque internazionali, verso Paesi occidentali come Canada e Australia”.
“Il traffico di droga – aggiunge il Segretario – è un’altra questione che affligge ogni nazione. Oltre al problema più immediato, legato allo smercio di sostanze stupefacenti, questo racket rappresenta una ricca fonte di guadagno per terroristi, insorti e criminalità organizzata. I cartelli della droga mantengono un rapporto simbiotico con tali gruppi”.
Alla conferenza internazionale hanno partecipato esperti di Difesa locali e stranieri di 20 Paesi, compreso lo Sri Lanka: Australia, Bangladesh, Cina, Francia, India, Indonesia, Iran, Giappone, Kenya, Malaysia, Maldive, Nigeria, Oman, Pakistan, Filippine, Qatar, Russia. Corea del sud e Stati Uniti.
Photo credit: Sajeewa Chinthaka del Lakbima Newspaper
“La pirateria somala – afferma il Ministro – è una delle minacce più serie per le navi commerciali e per la sicurezza nell’Oceano Indiano. Le vigenti leggi internazionali hanno provato la loro inefficacia nel combattere tale attività. Per combattere questo problema, è essenziale che sia migliore cooperazione tra gli Stati coinvolti nell’area; ampia condivisione d’informazioni; monitoraggio più attento della zona”.
Gotabaya Rajapaksa, fratello del presidente dello Sri Lanka Mahinda Rajapaksa, sottolinea poi le altre minacce provenienti dal mare, come il traffico di esseri umani. Il fenomeno è aumentato alla fine della trentennale guerra civile, dopo la sconfitta del Ltte (Liberation Tigers of Tamil Eelam, i ribelli tamil). “Le imbarcazioni rimaste che appartenevano ai ribelli – sostiene Rajapaksa – hanno avviato questa impresa illegale. Facendosi pagare migliaia di dollari da ogni migrante, queste navi hanno trasportato centinaia di persone attraverso le acque internazionali, verso Paesi occidentali come Canada e Australia”.
“Il traffico di droga – aggiunge il Segretario – è un’altra questione che affligge ogni nazione. Oltre al problema più immediato, legato allo smercio di sostanze stupefacenti, questo racket rappresenta una ricca fonte di guadagno per terroristi, insorti e criminalità organizzata. I cartelli della droga mantengono un rapporto simbiotico con tali gruppi”.
Alla conferenza internazionale hanno partecipato esperti di Difesa locali e stranieri di 20 Paesi, compreso lo Sri Lanka: Australia, Bangladesh, Cina, Francia, India, Indonesia, Iran, Giappone, Kenya, Malaysia, Maldive, Nigeria, Oman, Pakistan, Filippine, Qatar, Russia. Corea del sud e Stati Uniti.
Photo credit: Sajeewa Chinthaka del Lakbima Newspaper
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