Occidente e Russia in competizione per alleanze ed energia in Caucaso e Asia centrale
Tbilisi (AsiaNews/Agenzie) – Prosegue il cammino perché la Georgia entri nell’Alleanza atlantica (Nato), ma occorre che Tbilisi “continui le riforme e migliori le istituzioni e la prassi democratica”, secondo Jaap de Hoop Scheffer, Segretario generale Nato che ha concluso ieri una visita in Georgia di 2 giorni. Alla stampa de Hoop Scheffer ha detto che la recente guerra con la Russia non ha mutato le prospettive del rapporto Georgia-Nato e che “nessuno” può “impedire” all’Alleanza di accettare nuovi membri. Si è però augurato di non ricevere un altro rapporto su “brogli” in future elezioni, con evidente riferimento alle elezioni dello scorso 5 gennaio vinte di misura da Mikhail Saakashvili, ma con accuse di irregolarità da parte delle opposizioni.
Si è detto d’accordo il presidente Saakashvili, ansioso di ottenere consensi e sostegno dopo la dura sconfitta militare. Contro di lui cresce l’opposizione interna, pronta a chiedere nuove elezioni per la primavera 2009.
Oggi il Cremlino ha definito la visita come la “dimostrazione di una tendenza antirussa” “da Guerra Fredda” aggiungendo che maggiori relazioni Nato-Georgia sono “intempestive e non di aiuto per la stabilità della regione”. Proprio mentre de Hoop Scheffer era a Tbilisi, il 15 settembre il ministro russo degli Esteri Sergei Lavrov è volato a Sokhumi in Abkhazia, nella prima visita ufficiale russa nel Paese dal 1993. Oggi il presidente russo Dmitry Medvedev ha firmato un “accordo di amicizia” con i presidenti di Abkhazia e Sud Ossezia.
Sempre ieri il presidente atzero Ilham Aliyev ha incontrato a Mosca Medvedev. La Russia preme perché l’Azerbaigian ceda il suo gas alla statale Gazprom. Ma non sono stati annunciati accordi energetici, a conferma che Aliyev vuole mantenersi distante sia dalla Russia che dall’Occidente e vendere a entrambi. Per l’Unione europea è un alleato essenziale sia per i ricchi giacimenti di energia che per il progetto di far passare per il Paese un gasdotto che arrivi in Asia Centrale, aggirando il sistema russo.
Sulla Georgia, Aliyev si è limitato a dire che occorre “raggiungere la pace e diminuire la tensione”. Anche Baku ha un’enclave separatista nel Nagorno-Karabakh e Medvedev si è premurato di assicurare che la situazione è diversa dalla Georgia e che ogni problema va risolto con “il dialogo diretto”.
Ma di fronte alla competizioni Russia-Ue, il 12 settembre Elshad Nasirov, vicepresidente della Compagnia petrolifera statale atzera (Socar) ha ripetuto che per il gas “tutte le destinazioni sono ugualmente possibili”. “Prenderemo anzitutto in considerazione il profitto” ed è anche possibile “un’altra opzione”: trasportare il gas attraverso il Turkmenistan, verso India o Cina.
Mentre Russia e Occidente lottano per assicurarsi amicizie ed energia in Caucaso e Asia centrale, Pechino è molto attiva. Il 29 agosto Cina e Turkmenistan hanno siglato un accordo-quadro per aumentare la fornitura di gas da 30 a 40 miliardi di metri cubi annui, quando per la fine del 209 sarà completato il gasdotto che passa per Uzbekistan e Kazakistan. Accordo firmato subito dopo che il vicepremier russo Viktor Zubkov è stato in Turkmenistan, dimostrando la volontà di Ashgabat di affrancarsi da Mosca.
Sempre Pechino si è opposta durante il summit dei Paesi della Shanghai Cooperation Organization (Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan Uzbekistan), il 28 agosto a Dushanbe, a una dichiarazione a sostegno della Russia sulla guerra in Georgia, come chiesto da Mosca. Invece, la Sco ha invitato le parti a risolvere ogni questione “in modo pacifico”.
Anche il Kazakistan cerca di mantenersi in equilibrio tra Russia e Ue: non ha accettato l’offerta russa di acquistare tutto il suo gas, ma ieri, nell’annuale incontro a Bruxelles con l’Ue, i rappresentanti kazaki sono apparsi tiepidi sul progetto del gasdotto Nabucco da Baku all’Austria, rispondendo che è ancora in una fase di pianificazione. (PB)