Obama ha deciso: 30 mila nuove truppe in Afghanistan
West Point (AsiaNews/Agenzie) – Il presidente Usa Barack Obama ha ordinato l’invio di altre 30 mila truppe in Afghanistan entro l’estate 2010 e ha detto che gli Stati Uniti inizieranno il loro ritiro da quel Paese entro il 2011.
Nel suo discorso all’Accademia militare di West Point, trasmesso in diretta alla televisione, Obama ha sottolineato che lo scopo di questo nuovo spiegamento di forze servirà a combattere i talebani, a rendere sicure le città afghane e a preparare forze di sicurezza locali prima del ritiro Usa.
La decisione è stata presa dopo tre mesi di tentennamenti e revisioni e porterà a circa 100 mila le forze americane in Afghanistan. Oltre a quelle statunitensi, vi sono nel Paese truppe da altre 43 nazioni e una forza Nato di 32 mila soldati. Obama si è augurato che la Nato accresca di almeno altre 5 mila unità i soldati.
La decisione di Obama è stata sofferta. Il gen. Stanley McChrystal, comandante Usa in Afghanistan domandava da tempo l’invio di 40 mila truppe. La crescita delle violenze contro i soldati Usa, le accuse di corruzione al governo Karzai e la crisi economica spingevano l’opinione pubblica a ritirare le truppe al più presto per non cadere in “un altro Vietnam”.
Quest’anno l’amministrazione Obama ha già chiesto per l’Afghanistan ben 65 miliardi di dollari; l’invio di nuove truppe costerà un aumento di 30 miliardi di dollari.
Il governo di Karzai si è detto soddisfatto della decisione del presidente Usa. Nel suo discorso Obama ha fatto un riferimento velato alle accuse di corruzione verso il presidente afghano, dicendo che “l’epoca delle cambiali in bianco è finita” e che “spiegheremo con chiarezza ciò che ci aspettiamo da coloro che aiutiamo”.
Fonti afghane di AsiaNews hanno dubbi sull’efficacia di una maggior presenza militare. “Non è con l’esercito che si risolve il problema” dicono le fonti. “Il vero problema è la sensazione diffusa di insicurezza e corruzione che abbraccia non solo il fronte governativo, ma anche i miliardi di dollari per la ricostruzione investiti dalla comunità internazionale ”.
“La presenza dei militari – continuano le fonti - deve avere un valore di ricostruzione del Paese, mentre oggi mancano ponti, scuole, strade, strutture mediche, il 90% della popolazione è analfabeta e negli ultimi mesi la situazione è peggiorata”.