Nuovo scontro fra Ahmadinejad e il Parlamento sul nuovo esecutivo
Deputati conservatori e riformisti della Majlis criticano le candidature avanzate dal presidente per la nuova squadra di governo. Ahmadinejad difende le scelte ed è “orgoglioso” della nomina di tre donne. Gli oppositori parlano di persone “prive di esperienza” e “fedeli alla sua linea”. Il voto di fiducia in programma il 2 settembre.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Sale la tensione in Iran fra Mahmoud Ahmadinejad e il Parlamento sulla scelta del nuovo esecutivo. Questa mattina – presenti 196 deputati della Majlis (l’organo legislativo della Repubblica Islamica) su 290 – è iniziata la discussione in merito alla candidatura dei ministri proposti dal presidente, al secondo mandato dopo la contestata vittoria alle urne del 12 giugno scorso.
Ahmadinejad, che difende le scelte fatte, deve affrontare le critiche sia dei conservatori, sia dell’ala riformista del Paese. Nel mirino la candidatura di 16 dei 21 ministri, accusati di “mancanza di esperienza” e “scarsa competenza” per i dicasteri assegnati. Il voto di fiducia dell’Assemblea è in programma il 2 settembre prossimo, al termine della tre giorni di consultazioni. Esso rappresenta un test importante per verificare la tenuta al potere del presidente e della Repubblica Islamica, che vive il periodo di maggior tensione politica dalla rivoluzione degli Ayatollah del 1979.
Tra i 21 nomi avanzati da Ahmadinejad, 14 non hanno precedenti esperienze di governo. Egli ribadisce che le scelte fatte “sono le più pulite” e respinge le accuse, secondo cui avrebbe optato per ministri “obbedienti” e fedeli alla sua linea. “Siamo impegnati a promuovere la giustizia – sottolinea il presidente – preservare la dignità nazionale, raggiungere il progresso e fronteggiare i prepotenti”.
Criticato soprattutto per non essersi confrontato con i membri del Parlamento, Ahmadinejad difende con vigore la candidatura di tre donne, delle quali egli afferma di essere “orgoglioso”.
Nel frattempo diversi esponenti della Majlis hanno espresso parere contrario verso il nuovo esecutivo. Sadollah Nasiri, parlamentare riformista, afferma che la maggior parte “manca di esperienza e competenza”. Dall’ala riformista arrivano anche le critiche di Mostafa Kavakebian, il quale sottolinea che accettare questa inesperienza dei candidati costituisce “un tradimento verso Dio, il Profeta e tutti i musulmani”. Negativo anche il giudizio di Reza Bahonar, esponente conservatore, che nota una “contraddizione” fra il “bagaglio culturale” dei candidati e “il Ministero assegnato”.
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