07/05/2009, 00.00
FILIPPINE
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Nuovo incontro di vescovi e ulema per la pace nel Mindanao. C’è anche il presidente Arroyo

di Santosh Digal
Si terrà il 2 e 3 luglio a Marawi, nella regione autonoma segnata da decenni di guerra tra i ribelli musulmani del Milf e l’esercito. I leader religiosi intendono continuare il dialogo iniziato alla conferenza di Butuan. Il capo del Fronte islamico chiede loro di restare indipendenti e non schierarsi con il governo di Manila.

Manila (AsiaNews) - La Conferenza dei vescovi e degli ulema (Buc) annuncia un nuovo summit per la pace nel Mindanao. Le date prescelte sono il 2 e 3 luglio. E nella città di Marawi, situata nella regione autonoma martoriata dal conflitto, parteciperà anche il presidente Gloria Macapagal - Arroyo.

Al vertice parteciperanno esponenti dei vari gruppi religiosi come l'arcivescovo cattolico di Davao, mons. Fernando Capalla, il reverendo Hilario Gomez, rappresentane della Chiesa protestante, e il giudice Abu Ali Cali, presidente della Lega nazionale degli ulema. L’incontro intende proseguire il dialogo che a marzo, nella città di Butuan, ha portato alla firma del Memorandum di intenti con cui i religiosi intendono contribuire alla risoluzione definitiva del conflitto.

Lo scontro tra esercito e guerriglieri del Fronte islamico di liberazione dei moro (Milf), iniziato negli anni ’70, è ripreso nell’estate del 2008 dopo l’interruzione di negoziati di pace da parte del governo.

L’annuncio della partecipazione al summit di luglio del presidente Arroyo è stata accolto con favore dai leader religiosi i quali lamentano da tempo che “troppi politici non considerano la morale come un elemento decisivo per la risoluzione ai nostri problemi”. 

L'Arroyo ha fatto sapere che sarà presente per esporre il proprio programma di rinnovamento morale dello stato, un problema che da sempre caratterizza la vita politica del Paese. Il Buc considera la legalità una degli “elementi chiave” per la soluzione del conflitto e il tema della corruzione è destinato a determinare l’agenda politica del Paese da qui alle elezioni presidenziali del 2010. 

Gli esponenti della Chiesa locale e dagli ulema confermano l’importanza di una robusta riforma morale che contrasti le divisioni presenti tra i leaders del governo locale e nazionale, spesso causa della rovina dei vari sforzi compiuti per risolvere i problemi del Paese incluso il conflitto  nel Mindanao.

In merito alla partecipazione del presidente, il leader del Fronte islamico di liberazione (Milf), Sheikh Mohammad Muntassir, ha chiesto al Buc di mantenersi “oggettivo e indipendente” nei confronti del processo di pace in Mindanao senza prendere posizioni a favore o contro il governo. Egli ha inoltre affermato che gli uomini di religione sono persone con saldi principi e non devono subire l’influenza dello Stato, apprezzando però lo sforzo del Buc nel ricucire le divisioni tra i gruppi religiosi. 

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