Nuovi scandali per il mercato nero del sangue e la macellazione di maiali malati
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Per impedire il diffuso mercato nero del sangue, il ministro della Sanità ha detto che da ottobre ogni flacone sarà accompagnato dal filmato del prelievo. Nelle ultime settimane nel Guangdong 6 persone sono finite in carcere per avere proposto a operai migranti di vendere il sangue e tre cliniche del sangue sono state chiuse per avere falsificato i dati dei donatori e altri misfatti.
Pechino non riesce a stroncare il mercato nero del sangue, spesso prelevato e utilizzato senza controlli e con documenti falsi. Negli anni ’90 decine di migliaia di persone, specie nell’Henan, hanno contratto l’Hiv-Aids per trasfusioni con sangue infetto presso cliniche statali. Lo scorso aprile nel Guangdong è stato scoperto un racket per il prelievo e la vendita di sangue comprato da persone spesso malate, che ha causato una vera epidemia di epatite. A giugno in 18 ospedali pubblici del Jilin sono stati sequestrati oltre 2mila flaconi di plasma contraffatto, contenente invece polisorbato 80, sostanza priva di utilità per l’organismo e che può causare gravi allergie e la morte.
Intanto il 9 luglio il quotidiano Daily Sunshine ha denunciato che a Shenzhen circa 260 maiali, anche malati e già morti, sono stati macellati presso tre mattatoi illegali e poi immessi nel mercato. Sono in corso indagini.
Per salvare la credibilità commerciale dopo i numerosi gravi scandali su alimenti e medicine dannosi e contraffatti, Pechino annuncia sempre maggiori controlli. Oggi l’Agenzia per gli alimenti e i farmaci ha annunciato maggiori controlli prima di approvare nuove medicine e una stretta sorveglianza sui piccoli produttori aimentari, spesso accusati di utilizzare sostanze di bassa qualità o addirittura nocive e di operare al di fuori di qualsiasi controllo. Da settembre tutti gli alimenti esportati dovranno avere il timbro di controllo dell’Amministrazione generale per la supervisione e l’ispezione della qualità e la quarantena.
Questa Amministrazione ha indicato oggi che ha trovato 223.297 fabbriche alimentari (il 50% di quelle ispezionate) non in regola con le autorizzazioni e altre 164.149 che producevano cibi come riso, grano, soia, vino e olio per cuocere senza autorizzazione. I dati in realtà accrescono la preoccupazione per la trascuratezza dimostrata per anni da Pechino in materia di sicurezza alimentare.
Oggi gli organi di stampa statali dicono che l’esecuzione, avvenuta ieri, di Zheng Xiaoyu, ex capo dell’Amministrazione statale per gli alimenti e i farmaci, costituisce anche monito per i corrotti, che saranno perseguiti senza riguardo per la loro carica.
Ma analisti commentano che Zheng ha potuto compiere misfatti per anni prima di essere scoperto, e che la corruzione si è diffusa in profondità insieme alla crescita economica, anche perché i funzionari spesso non rispondono per la violazione dei diritti della popolazione. Hu Xingdou, professore dell’Istituto di Tecnologia di Pechino, osserva che questa esecuzione “può soddisfare il desiderio di vendetta dell’uomo comune”, “ma non fermerà la corruzione”, “molto diffusa perché in funzionari pubblici rischiano poco. Secondo me, molti di loro pensano che Zheng è stato sacrificato in una battaglia politica e non che è stato punito per avere violato i diritti della popolazione”. (PB)