Nuovi bombardamenti su Beirut sud, Hezbollah minaccia razzi su Tel Aviv
Il leader sciita si dice però disponibile a cessare le ostilità, se Israele interrompe gli attacchi sul Libano. Lo Stato ebraico accusa: è solo un tentativo di tenerci in scacco. Tra oggi e domani risoluzione Onu sulla tregua e l'invio della forza internazionale.
Beirut (AsiaNews/Agenzie) Ancora attacchi stamattina su Beirut sud. Le forze dell'aviazione israeliana hanno lanciato 24 bombe in meno di un'ora, secondo quanto riportano i media locali. L'esercito dello Stato ebraico ha riferito che obiettivo dei raid sono stati gli uffici delle milizie sciite nel quartiere di Ouzai, roccaforte di Hezbollah e dove inizia l'autostrada per il sud. È la prima volta che Ouzai viene colpito da quando Israele ha lanciato la sua offensiva il 12 luglio scorso.
Ieri un aereo israeliano aveva sganciato volantini su tre quartieri meridionali della capitale, in cui preannunciava alla popolazione il bombardamento; questo nonostante il leader del Partito di Dio, Sayyed Hassan Nasrallah, avesse minacciato di bombardare Tel Aviv se gli aerei israeliani avessero attaccato di nuovo Beirut. Israele aveva a sua volta rilanciato minacciando di distruggere tutte le infrastrutture libanesi. Per la prima volta in oltre 20 giorni di combattimenti il leader sciita ha però fatto intendere di essere disponibile a un cessate-il-fuoco. "Quando deciderete di fermare la vostra campagna contro le nostre città, villaggi, civili e infrastrutture ha detto Nasrallah in un discorso televisivo - non lanceremo razzi contro nessun insediamento o città israeliana".
Negativa la risposta del ministro della Giustizia israeliano, Haim Ramon, secondo il quale il vero fine di Nasrallah è una resa dello Stato ebraico "in modo da mantenere il potere di minacciare con i razzi quando vuole". Solo ieri la guerriglia Hezbollah ha lanciato oltre 160 razzi sul nord d'Israele, uccidendo 8 persone e ferendone 37.
L'obiettivo degli israeliani è creare una zona cuscinetto lungo il confine, profonda circa 7 km, per consentire il dispiegamento di una forza internazionale, su cui si dovrebbe raggiungere un accordo in sede Onu tra oggi e domani, secondo quanto auspicato dal portavoce del Dipartimento di Stato, Sean McCormack. Stati Uniti e Francia stanno lavorando alla una bozza finale della risoluzione da presentare al Consiglio di Sicurezza.