Nuovi arresti a Damasco contro dissidenti
Il numero degli arresti di oppositori politici sale. La sorte dell’artista Talal Abu Dan è simile a quella di molti intellettuali siriani incarcerati recentemente perché promotori della democrazia.
Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Talal Abu Dan, famoso artista siriano e dissidente politico, è l’ultimo di una lunga serie di arresti che hanno visto coinvolti oppositori politici firmatari della Dichiarazione di Damasco. La Dichiarazione, pubblicata nel 2006 e firmata da circa 300 intellettuali siriani e libanesi, invita la Siria a riconoscere la piena indipendenza del Libano e promuove normali rapporti tra i due Paesi.
Abu Dan è stato arrestato ad Aleppo il 30 gennaio e successivamente trasportato a Damasco dove sono detenuti altri dissidenti sostenitori di radicali cambiamenti in favore della democrazia.
L’artista, sposato, con tre figli, è un già stato detenuto per più di dieci anni per l’appartenenza al partitocomunista, bandito dal governo siriano. Il suo appartamento ad Aleppo era stato saccheggiato il 21 gennaio quando tutti i dipinti e le tele vennero distrutti. L’organizzazione nazionale per i diritti umani in Siria ha apertamente condannato le azioni perpetrate contro molti degli oppositori ritenendole tentativi di intimidazione e minaccia nei confronti dei firmatari della Dichiarazione.
Il gruppo dei sostenitori della Dichiarazione di Damasco, formato nel 2005, è composto da 163 attivisti. Dall’ultimo incontro di dicembre che li ha visti riuniti per la formazione di un consiglio nazionale, almeno undici dissidenti, compreso Abu Dan, sono stati arrestati.
L’arresto di un importante membro del gruppo, Riad Serif, avvenuto il 29 gennaio è stato criticato dagli Stati Uniti e il portavoce della Casa Bianca, Tony Fratto, ha definito le azioni contro gli oppositori politici come una violazione dei diritti umani e delle libertà di espressione e associazione riconosciute internazionalmente.
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