14/06/2023, 10.45
CINA - STATI UNITI
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Nuove sanzioni Usa per compagnie che addestrano piloti militari cinesi

di John Ai

Washington annuncia misure contro società cinesi e straniere per l’addestramento di piloti militari e il contributo allo sviluppo di armi. Il reclutamento di militari in pensione dai Paesi della Nato in uso da oltre una decina di anni. Alla vigilia del viaggio del segretario di Stato Blinken, atteso a Pechino il 18 giugno, preoccupazione della Casa Bianca per la base di spionaggio a Cuba.

Pechino (AsiaNews) - Gli Stati Uniti hanno imposto nuove sanzioni alle compagnie che - a detta di Washington - starebbero fornendo un contributo alla Cina nell’addestramento di piloti militari e un aiuto nella ricerca e nello sviluppo di nuovi armamenti. L’amministrazione del presidente democratico Usa Joe Biden ha diffuso una lista contenente 43 nominativi in Cina e in altre nazioni estere, che saranno aggiunte all’elenco di quante sono già sottoposte a controlli nelle esportazioni, compresa una scuola piloti in Sud Africa. Le società presenti nell’elenco di quelle sottoposte a sanzioni hanno limiti e vincoli nell’acquisto di merci esportate dagli Stati Uniti, per attività ritenute contrarie all’interesse nazionale degli Usa.

Una scuola piloti, la Test Flying Academy of South Africa, è stata inserita nella lista Usa delle compagnie oggetto di sanzioni. Da tempo il centro era sotto la lente del governo di Londra, perché avrebbe a più riprese reclutato piloti militari britannici in pensione, i quali avrebbero poi sottoposto a sessioni di addestramenti i colleghi militari cinesi. Analisti ed esperti ritengono che il reclutamento da parte di Pechino di piloti provenienti dall’Alleanza atlantica (Nato) risalga a più di una decina di anni fa e sia proseguita nel tempo. 

Il ministro tedesco della Difesa Boris Pistorius ha incontrato l’omologo cinese Li Shangfu ad inizio mese, cogliendo l’occasione per esortare Pechino a interrompere la pratica, in particolare per quanto concerne il reclutamento di piloti in pensione provenienti dall’esercito della Germania. Inoltre, l’agenzia di intelligence di Berlino sostiene che i piloti in pensione sarebbero inoltre responsabili del passaggio al Paese rivale di competenze e tattiche militari che potrebbero tornare utili in un secondo momento alla Cina per attaccare Taiwan. 

Il ministero britannico della Difesa ha scoperto che 30 esperti militari, tra i quali alcuni che hanno pilotato sofisticati jet da combattimento, sono stati assunti per l’addestramento di colleghi dell’Esercito popolare di liberazione cinese (Pla), spesso dietro contratti redditizi. Le autorità di Lodra temono che la pratica possa minacciare la sicurezza nazionale e hanno intensificato la collaborazione con gli alleati per fermare lo schema di assunzione da parte della Cina.

In quest’ottica si legge la notizia dell’arresto dell’ex pilota di caccia americano Daniel Edmund Duggan, fermato in Australia per aver addestrato lo scorso anno alcuni piloti militari cinesi. Duggan è stato inoltre accusato dagli Stati Uniti di aver dato istruzioni sulle tattiche, le tecniche e le procedure associate al lancio e all’atterraggio su una portaerei, violando le leggi sul traffico di armi.

Nell’elenco è inserita anche una società di sicurezza e aviazione, la Frontier Services Group. Una azienda guidata, in precedenza, dal fondatore di Blackwater Erik Prince.

Alcune entità cinesi sono inserite nell’elenco per aver acquisito materie prime originarie degli Stati Uniti, per la modernizzazione militare della Cina, come lo sviluppo di armi ipersoniche. Due aziende cinesi sono sanzionate per aver presumibilmente fornito tecnologie ai vertici di Pechino per monitorare gli uiguri e altri gruppi etnici nello Xinjiang. Al riguardo, il governo cinese nega l’accusa di sistematica violazione dei diritti umani e dell’uso di campi di rieducazione nello Xinjiang. Una smentita di rito, che stride con le molte prove fornite al riguardo da ong internazionali e gruppi attivisti.

Pechino ha criticato le sanzioni imposte dagli Stati Uniti e il portavoce del ministero cinese degli Esteri Wang Wenbin ha esortato la controparte a “smettere di abusare delle misure di controllo delle esportazioni”. Domenica 18 giugno è attesa la visita del segretario di Stato americano nella capitale cinese.

La Casa Bianca ha espresso preoccupazione per la base di spionaggio cinese a Cuba, annunciata proprio alla vigilia della visita di Antony Blinken a Pechino, il cui scopo principale è quello di mitigare il rischio di confronto fra le due potenze dopo le frizioni (se non scontri) degli ultimi mesi. Un viaggio già programmato da tempo e rinviato nel mese di febbraio, dopo che gli Stati Uniti avevano abbattuto un pallone spia cinese. Un altro tassello nel complicato mosaico delle relazioni fra le due nazioni, che per molti esperti e analisti sono al livello più basso degli ultimi anni.

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