Nuove bombe a Londra: la stessa mente del 7 luglio
Il materiale esplosivo ritrovato giorni fa dalla polizia potrebbe aver compromesso gli attentati di ieri.
Londra (AsiaNews/Agenzia) Continua la caccia all'uomo da parte di Scotland Yard. Nessuno è stato ancora arrestato in relazione ai 4 ordigni parzialmente inesplosi ieri a Londra, alle 12,30 ora locale. I due uomini di aspetto asiatico che erano stati fermati sono stati rilasciati. Il fatto che le bombe, 3 sulla metropolitana e una su un autobus, non abbiano avuto un effetto devastante agevola il lavoro degli investigatori: "Si aprono maggiori spiragli per le nostre indagini - afferma il capo della Polizia Metropolitana di Londra, Ian Blair - ...Sui luoghi degli attentati falliti possiamo recuperare molto materiale utile. L'intenzione dei terroristi era comunque quella di uccidere".
Il copione è molto simile a quello del 7 luglio: 3 ordigni nei pressi delle stazioni della metropolitana di Warren Street, Oval e Shepherd's Bush, e uno su un autobus nella zona est. Un uomo dichiara di aver notato un giovane asiatico steso sul pavimento del treno a Shepherd Bush, con uno zainetto lacerato e fumante e lo sguardo attonito di chi pensa che qualcosa sia andato storto.
Secondo Magnus Ranstorp, direttore del Centro Studi sul Terrorismo e la Violenza Politica della Saint Andrews University, in Scozia, "è possibile che gli attentati di ieri siano falliti per il materiale degradato o non assemblato correttamente". Per l'attacco terroristico del 7 luglio - che ha causato 56 morti e 700 feriti - è stato utilizzato un esplosivo altamente degradabile ed è possibile che si trattasse dello stesso usato ieri.
Michael Clarke, esperto di sicurezza al King's College, ritiene che dietro le due serie di attentati ci sia la stessa mente. È possibile che parte del materiale necessario agli attentati di ieri si trovasse nell'auto trovata nei giorni scorsi a Luton e che la cellula terroristica abbia dovuto confezionare un attacco "di fortuna".
Le bombe di ieri aprono la strada ad un nuovo scenario: quello della catena prolungata di attentati. Secondo Clarke, "le bombe ottengono un effetto maggiore quando la gente pensa di dover convivere quotidianamente con la paura". Per Crispin Black, ex membro dell'intelligence britannica, è possibile che gli attentatori di ieri abbiano cercato di "mimare" quelli 7 luglio, "senza raggiungere l'obiettivo, ma creando lo stesso molto panico".