10/02/2004, 00.00
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Nuove bandiere, vecchie povertà

di Lorenzo Fazzini

Il nuovo presidente della Georgia è giunto oggi a Mosca per un colloquio con il presidente Putin. Mikhail Saakashvili non ha volato con il jet presidenziale, ma con un aereo di linea, come segno di sobrietà per il suo paese e per la Russia. Saakashvili vuole ottenere la chiusura di 3 basi militare russe in Georgia e la promessa che la Russia non sosterrà i separatisti dell'Ossezia. L'inviato di AsiaNews è in questi giorni in Georgia, per un viaggio nei problemi e nelle speranze del paese alla frontiera fra Asia ed Europa.

Tblisi (AsiaNews) - Un nuovo vessillo nazionale segna il passaggio dalla Georgia di Shevarnadze a quella del nuovo presidente Mikhail Saakashvili, insediatosi con grandi celebrazioni il 25 gennaio scorso alla presenza del Segretario di Stato americano Colin Powell.

Messo in soffitta il segno distintivo nazionale di colore amaranto con riquadro bianconero, è ricomparsa un'antica bandiera, dal sapore vagamente crociato: sfondo bianco, grande croce rossa a tutto campo con quattro piccole croci nei riquadri.

Le interpretazioni sono contrastanti: c'è chi dice che questa è la bandiera del gruppo di Saakashvili, il quale, una volta raggiunto il potere, ha voluta imporla a tutti. Altri sostengono che si tratti di un revival nazionalistico, sfociato nel rifiuto di una bandiera che ricordava troppo il passato sovietico. C'è infine chi sostiene che il nuovo governo, volendosi liberare dal giogo russo e desiderando il collegamento con l'Europa, abbia voluto mostrare le radici culturali cristiane della Georgia: un'intenzione che si può rivelare un boomerang, visto che nella Bozza di Costituzione europea il riferimento alle radici ebraico-cristiane dell'Europa non ha trovato alcuno spazio. Quest' ultima interpretazione è avallata da un fatto: già ora, davanti al Parlamento sventolano il nuovo vessillo e la bandiera europea.

Ma ciò che preoccupa la Georgia attuale è la drammatica situazione economica. "Ci avevano promesso che la terra dei kolchoz sarebbe stata divisa fra coloro che ci lavoravano" dice un agricoltore a Bale, nel sud del Paese. "E invece verrà divisa fra tutti coloro che ne faranno richiesta. Questo non è giusto". Il rapporto fra reddito e costo della vita non ha nulla del benessere europeo: a fronte di una pensione di 17 lari (8 dollari), i prezzi restano alti per la gente comune: un chilo di zucchero costa 2 lari, un chilo di pane 1 laro.

Nelle campagne domina un'agricoltura di sussistenza: qualche gallina, un paio di mucche, un piccolo appezzamento di patate permettono un minimo sostentamento e qualcosa da vendere al mercato. La situazione è molto più amara nelle città: a Tblisi i vecchi, i poveri e i senzatetto sono a rischio di morte per fame.

In questo quadro doloroso, l'ombra lunga della corruzione avvolge e condiziona la vita quotidiana: qui si può "comprare" e "vendere" di tutto, dalla esenzione del servizio militare (ci sono vere e proprie tariffe fisse), fino ai nuovi treni, arrivati dalla Repubblica Ceca e venduti sottobanco dal Ministro dei Trasporti, ora sotto processo. Il nuovo governo di Saakashvhili sembra voler dare un taglio netto alla prassi malavitosa che attanaglia la società e l'economia georgiana: gli Stati Uniti  hanno promesso per quest'anno 166 milioni di dollari per un piano anti-corruzione. Qualcosa sembra essere leggermente cambiato: la polizia ferma soprattutto le automobili straniere ma non sempre richiede "bustarelle" per proseguire il cammino. La strada per una Georgia "europea" sembra davvero in salita.

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