Nunzio: che il Natale doni una vera conversione dei cuori
Intervista a mons. Mario Zenari, delegato apostolico in Sri Lanka, di ritorno da una visita a Jaffna: “Anche nelle difficoltà, non smettiamo di pregare e sperare in un futuro di pace”. Il Papa “allarmato” dalla violazione dei diritti umani nel Paese.
Colombo (AsiaNews) – Numerose incognite incombono sul futuro dello Sri Lanka e della sua gente, ma con l’approssimarsi del Natale “è necessario non smettere di pregare e sperare per un domani di pace”. Il nunzio apostolico nell’ex Ceylon, mons. Mario Zenari, ha ancora fiducia che questo Paese riacquisti la pace e la serenità dopo aver visto, solo negli ultimi tre anni, la devastazione dello tsunami, l’uccisone a Natale di un politico cattolico nella cattedrale di Batticaloa e la ripresa della guerra civile nel nord-est. “Il nucleo del problema – dice il diplomatico vaticano – è che c’è bisogno di un radicale cambiamento, una conversione dei cuori di tutti coloro che sono coinvolti in questo doloroso conflitto, inclusi noi cristiani”.
AsiaNews ha intervistato il nunzio al ritorno dalla sua recente visita a Jaffna (6-7 dicembre), dove la popolazione civile affronta una grave crisi umanitaria, stretta tra il fuoco dell’esercito e quello della guerriglia separatista. “È stata una visita breve, solo 24 ore, e a scopo di solidarietà, resa possibile grazie all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), che mi ha permesso di unirmi ad un suo volo charter”, racconta mons. Zenari. Appena arrivato, il nunzio ha incontrato il vescovo locale, mons. Thomas Savundranayagam e alcuni sacerdoti della diocesi, i quali gli hanno illustrato la drammatica situazione in cui versa la popolazione.
La mattina del 7 dicembre il delegato vaticano ha celebrato una “bellissima” messa con il vescovo. “Durante la funzione eucaristica – riferisce mons. Zenari – ho invitato i religiosi presenti a sperimentare e comunicare la compassione di Gesù a tutti i nostri fratelli e sorelle in Sri Lanka, a vedere e amare il prossimo con gli occhi e il cuore di Gesù”. “Con tutta la nostra carità e le nostre opere di aiuto – continua l’invito del nunzio – non dobbiamo smettere di esprimere il nostro profondo amore per la gente, dando nuova enfasi al valore e alla dignità della persona”.
Secondo mons. Zenari, “quello di cui il Paese ha bisogno è una reale conversione dei cuori; dobbiamo pregare perché tutti i cuori, compresi quelli di noi cristiani, cambino in modo profondo”.
Durante la sua visita il nunzio ha avuto modo di incontrare anche la moglie di Vimalathas, l’uomo sparito ad agosto nei pressi di un check point militare ad Allaipiddy, insieme al sacerdote cattolico, p. Jim Brown. Del caso dei due scomparsi il nunzio ha già avuto modo di riferire al Papa, quando è venuto a Roma lo scorso settembre. “Il Pontefice – dice Zenari – si è detto allarmato dalla notizia e dagli altri numerosi casi di violazioni di diritti umani e civili in Sri Lanka”. Il nunzio e mons. Savundranayagam sono impegnati in prima linea per spingere il governo a fare luce sul caso di p. Jim.
Al ritorno a Colombo, l’8 dicembre, mons. Zenari ha partecipato ad un incontro con altri diplomatici, in cui il presidente dello Sri Lanka ha spiegato le nuove direttive e norme per la sicurezza nel Paese. “In quest’occasione – conclude – ho potuto aggiornare il presidente sullo stato attuale della popolazione tamil nel nord-est”.
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