Nunzio in Turchia: Dopo mons. Padovese, la Chiesa è stimata, ma è urgente la piena libertà religiosa
Ieri a Iskenderun una messa a un anno dall’assassinio del vescovo. Per mons. Lucibello occorre passare “dalla presenza alla testimonianza”. Continui segni di stima verso i cattolici. Libertà religiosa significa anche libertà di non credere e di cambiare religione.
Ankara (AsiaNews) - A un anno dall’assassinio di mons. Luigi Padovese, vicario apostolico dell’Anatolia, la piccola Chiesa turca è ancora “segnata dal dolore”, ma coglie anche segni di interesse al cristianesimo ed è “piena di speranza”. Il punto fondamentale rimane la garanzia della libertà religiosa. È quanto dichiara ad AsiaNews mons. Antonio Lucibello, nunzio apostolico nel Paese. Nel pomeriggio del 4 giugno il diplomatico vaticano è partito per Iskenderun, dove all’indomani si è tenuta una messa a ricordo del sacrificio del vescovo, ucciso dal suo autista il 3 giugno del 2010. Alla messa, presieduta da mons. Ruggero Franceschini, arcivescovo di Izmir (Smirne), hanno partecipato anche i rappresentanti delle altre Chiese cattoliche, ortodosse e armena.
“La nostra presenza qui in Turchia – dice mons. Lucibello – è inconsistente dal punto di vista numerico: in tutto siamo come una piccola parrocchia di un paesino in occidente. Eppure la nostra testimonianza discreta porta frutto e vi è stima e seguito”.
Per il nunzio, in questo anno, segnato dal martirio di mons. Padovese e da altri segnali di violenza, la Chiesa ha potuto approfondire la sua missione. “La Chiesa sta vivendo un passaggio ‘dalla presenza alla testimonianza’. Questo slogan era stato usato in un convegno ecclesiale in Turchia alla fine degli anni ’80 e rimane importante”.
“Non c’è bisogno di una presenza chiassosa, fatta con ‘tamburi battenti’. Invece è fondamentale una testimonianza di vita, una testimonianza discreta che non si impone con lo spettacolo”.
L’umiltà della testimonianza continua il nunzio – corregge l’impressione che qui si ha della Chiesa cattolica come un’organizzazione potente. Tener conto di queste sensibilità è fondamentale”.
Sul cammino della Turchia verso l’Europa, mons. Lucibello ha molta speranza. Ma sottolinea anche che un punto fondamentale è la libertà religiosa. “Tale libertà significa non solo libertà di culto, ma anche di coscienza. È importante sottolineare che una persona deve avere la possibilità di credere o non credere o anche di cambiare religione”. E spiega che ad un convegno organizzato dalla Marmara Foundation alcuni mesi fa egli ha sottolineato questi elementi e ha ricevuto gli apprezzamenti e il sostegno dai giovani del servizio di accoglienza e di alcuni businessmen.
Il nunzio ha anche espresso il desiderio che fra i cattolici turchi vi siano più occasioni di incontro e di formazione comune. “L’essere minoranza ci porta spesso a vivere isolati. Invece è importante avere occasioni per percepire che siamo parte di un tutto”.
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