09/11/2006, 00.00
Vaticano - ISRAELE – PALESTINA
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Nunzio in Israele rilancia appello del Papa: basta violenza a Gaza

All'indomani del raid aereo israeliano su Beit Hanun, che ha ucciso 18 civili, il rappresentante pontificio in Terra Santa è "pieno di dolore", ma continua a sperare che "si sblocchino i canali necessari a riprendere le trattative per la pace". Nella Striscia si celebrano i funerali delle vittime. La situazione economica dei palestinesi è ritornata a quella di 50 anni fa. Gli israeliani temono un incremento degli attacchi terroristi.

Gerusalemme (AsiaNews) – "Sono pieno di dolore per quello che è successo ieri a Gaza, ma continuiamo a sperare che si sblocchino i canali necessari a riprendere le trattative accordi diretti, che facciano intravedere la pace". Questo lo stato d'animo oggi alla nunziatura apostolica in Israele, da dove il rappresentante diplomatico vaticano, mons. Antonio Franco, rilancia l'appello di Benedetto XVI che domenica 5 novembre ha chiesto la fine delle violenze a Gaza. "L'invito del papa di domenica scorsa – dice il nunzio ad AsiaNews - vale ancora di più oggi dopo i negativi sviluppi di questa crisi a cui abbiamo assistito ieri".

Intanto stamattina a Beit Hanun, appena fuori Gaza City, migliaia di persone si sono riunite per celebrare i funerali dei 18 palestinesi uccisi ieri dal raid aereo israeliano. L'atmosfera è molto tesa tra bandiere islamiche e palestinesi, spari in aria di gruppi di armati e grida di vendetta contro Israele, dove è scattato lo stato d'allerta per le "credibili" minacce di rappresaglia. Il ministro della Difesa israeliano Amir Peretz ha ordinato di sospendere il fuoco a Gaza e che si completi per oggi un'indagine sull'accaduto. Le autorità israeliane si sono scusate per le morti di civili; fonti dell'esercito sostengono che l'incidente è stato generato da colpi che hanno mancato il bersaglio, ma diretti su aree usate dai militanti palestinesi per lanciare razzi. Tra le vittime, 13 persone di una stessa famiglia.

Khaled Meshaal, uno dei leader di Hamas al governo palestinese, ha invocato vendetta."Tutti i gruppi palestinesi sono chiamati alla resistenza nonostante la difficile situazione sul terreno - ha detto Meshaal da Damasco - è grande la nostra fiducia nella risposta della nostra ala armata".

Il primo ministro Ismail Haniyeh ha chiesto di congelare i negoziati per formare un governo di unità nazionale. Dura la reazione anche di Fatah; il suo leader Abu Mazen - presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) - dichiara tre giorni di lutto e accusa Israele di non volere la pace. "Proprio quando eravamo vicini a risolvere i nostri problemi giungendo a un accordo sul governo di unità – ha detto - è partita questa operazione militare israeliana".

Condanne all'"incidente" di Beit Hanun sono arrivate anche da Unione Europea, Croce Rossa, Unicef, Amnesty International, mentre il Consiglio di sicurezza Onu discute in queste ore delle nuove operazioni israeliane nella Striscia di Gaza. Da parte sua l'Anp chiede una risoluzione che imponga il coprifuoco nell'area e l'invio di osservatori dell'Onu per far rispettare la tregua.

La situazione sul terreno è disastrosa. Dopo mesi di embargo sugli aiuti e le tasse, insieme con chiusura dei passaggi per il lavoro in Israele, i palestinesi vivono in una profonda crisi economica che sembra aver riportato il loro livello di vita a quello di 50 anni fa. Nei villaggi e nelle città palestinesi malviventi e bande armate sono quelli che dettano legge. Fra gli israeliani si teme ormai la ripresa degli attacchi kamikaze contro i civili e vi sono alcuni che criticano l'uscita da Gaza, voluta un anno fa da Sharon, senza preparare un vero passaggio di consegne all'Autorità Palestinese per l'ordine e la sicurezza.

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