Nunzio di Gerusalemme: Insieme al Papa, gli occhi del mondo sono puntati su Maghar
Maghar (AsiaNews) - Ecco le parole che S E. Mons. Pietro Sambi, nunzio Apostolico in Israele, ha rivolto oggi alla comunità cristiana di Maghar (Galilea), durante la celebrazione della Messa di solidarietà. La scorsa settimana i cattolici del villaggio sono stati vittime di violenze da parte di alcuni gruppi di drusi, senza che la polizia israeliana intervenisse.
"Sono qui per portare a tutta la Comunità cristiana e a ciascuno dei suoi membri la solidarietà, la preghiera e la Benedizione Apostolica del Santo Padre Giovanni Paolo II. Maghar, questo splendido villaggio dell'Alta Galilea, in questi giorni è diventato noto nel mondo, non per opere degne dell'uomo, ma per comportamenti violenti, inaccettabili in un paese democratico ed in una società civilizzata.
Le stesse Autorità israeliane hanno parlato di "Kristallnacht" e di "pogrom", ricordi orribili nella storia del popolo ebraico.
Vi sono fatti che devono essere segnalati alle Autorità ed all'opinione pubblica:
a) I responsabili dell'ordine pubblico, non intervenendo con la necessaria rapidità ed energia in difesa dell'incolumità dei cittadini e dei loro beni, non hanno impedito la tragedia umana che è sotto i nostri occhi.
b) In un Stato democratico a nessuno è consentito di prendere la legge nelle proprie mani e farsi giustizia da solo. Chi lo fa, viola la legge della convivenza civile e deve essere esemplarmente punito, come garanzia che simili violenze non si ripeteranno. Se uno considera che il suo diritto sia stato conculcato, deve fare ricorso alle istanze appropriate per avere giustizia.
c) Gli ingenti danni materiali e morali devono essere compensati, perchè non appaia che la violenza è premiata.
d) I responsabili dell'ordine pubblico dovrebbero prendere le misure necessarie per garantire agli abitanti di Maghar che simili "pogrom" non si ripetano e per ristabilire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni che hanno il compito di proteggere i loro diritti fondamentali.
Detto questo, aggiungo:
1) La vendetta non fa parte del comportamento cristiano. Gesù ha detto: "Se amate quelli che vi amano, quale merito ne avrete? Se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario?" (Mt. 5, 47). La via della riconciliazione è quella da seguire. Il Papa Giovanni Paolo II, nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, il primo gennaio scorso, ci ha dato una consegna che è fortemente cristiana: "Non lasciatevi vincere dal male, ma vincete il male con il bene" (Rom. 12, 21).
2) Comprendo il terrore che oggi è nell'animo dei cristiani che hanno dovuto fuggire da Maghar per salvare la propria vita. Io li invito a ricuperare il coraggio di ritornare alla loro Comunità.
3) Vi assicuro che l'occhio del Papa ed il mio, come quello di tutte le Autorità delle Chiese cristiane e quello di tutto il mondo sarà, da ora in poi, ben fissato su Maghar, per verificare che la dignità e l'incolumità dei cristiani sia rispettata e protetta.
20/02/2005