Nunzio a Baghdad: Massacro alla moschea, dramma per cattolici e musulmani
"Non si può pensare ad un atto di guerra civile", dice mons. Ferdinando Filoni ad AsiaNews, "ma è un peccato che una manifestazione di espressione religiosa pubblica sia divenuta un dramma per tutti". La comunità cattolica "vicina con solidarietà e preghiera a chi soffre".
Baghdad (AsiaNews) La notizia del massacro dopo la fuga dalla moschea sciita di Al Kazimiyah ha provocato "un senso di shock" per i cattolici di Baghdad, che si uniscono spiritualmente alle famiglie delle vittime e a tutti coloro che soffrono. Mons. Fernando Filoni, nunzio apostolico in Iraq, dice ad AsiaNews che da parte dei cattolici iracheni "vi è tutta la solidarietà nei confronti delle famiglie delle vittime e di tutti coloro che soffrono e la preghiera della nostra comunità, un modo per essere spiritualmente vicini a questa gente".
Per il nunzio vaticano il massacro - nato dalla falsa notizia di 2 kamikaze pronti a farsi esplodere nel santuario musulmano "non può essere definito un atto di guerra civile, anche se non si poteva prevedere un dramma di questo genere". "Al massimo dice il presule ci si poteva aspettare un atto di disturbo, come già avvenuto in altre circostanze religiose di pellegrinaggi di massa".
"E' un peccato che una manifestazione di espressione religiosa pubblica sia divenuta un dramma per tutti dice mons. Filoni perché questo doveva essere uno dei primi atti con cui gli sciiti potevano esprimere la libertà religiosa dopo gli anni in cui erano stati conculcati nell'espressione della loro religiosità". Il nunzio ricorda di aver visto "tutta la notte e durante questa mattina donne e giovani che gioiosamente sfilavano anche qui, davanti alla Nunziatura, verso la moschea Al Kazimiyah, dove avevano l'appuntamento religioso".
Sulla bozza della Costituzione presentata nei giorni scorsi come possibile strumento di pace fra le etnie in Iraq, il prelato non nutre speranze immediate. "Non si può pensare dice - che ciò che fino ad ieri era oggetto di contesa possa divenire oggi strumento di pacifica convivenza. Problemi e contraddizioni erano presenti e verranno portati avanti".
La soluzione al problema è forse "nella comprensione che la gente avrà di questo documento. Solo oggi i giornali hanno iniziato a pubblicare la bozza e nella gente si deve ancora formare un opinione piena che poi potrà divenire, in sede referendaria, un consenso".