Nucleare nordcoreano e sabbia del Gobi nell’agenda di Hu Jintao a Seoul
Il presidente cinese, arrivato oggi, discuterà su come far procedere lo smantellamento del programma militare atomico di Pyonyang, ma anche di economia. Una manifestazione di protesta per i rimpatri forzati dei nordcoreani che si rifugiano in Cina.
Seoul (AsiaNews/Agenzie) – Il programma nucleare della Corea del Nord, i rapporti economici bilaterali, ma anche l’inquinamento provocato a Seoul dalle tempeste di sabbia gialla del deserto del Gobi sono i principali punti in agendo degli incontri che il presidente cinese Hu Jintao avrà con i leader della sudcoreani nei due giorni della sua permanenza a Seoul, dove è arrivato questa mattina.
Accolto all’aeroporto da una piccola folla che sventolava le bandierine dei due Paesi, ma anche da una manifestazione di protesta per il rimpatrio forzato che la Cina compie nei confronti di coloro che vi cercano rifugio dalla Corea del Nord, Hu incontra già oggi il presidente sudcoreano Lee Myung-bak.
Al primo punto degli incontri c’è il problema del nucleare di Pyngyang, attualmente in stallo dopo le promesse fatte a giugno per lo smantellamento della parte militare del programma. A rendere più tesi i rapporti tra le due Coree, la linea presa dal presidente Lee che ha legato la prosecuzione dei programmi di aiuti al Nord con i progressi in materia di disarmo e di diritti umani.
Ma non ci sarà solo il nucleare. I due presidente dovrebbero infatti firmare un accordo di cooperazione in materia di conservazione dell’energia, ricerca tecnologica e scambi economici. Questi ultimi stanno infatti peggiorando a causa della decisione di numerose delle moltissime imprese di Seoul che avevano investito in Cina di spostarsi nei più convenienti Paesi limitrofi, in primo luogo il Vietnam
.
Seoul infine chiederà a Pechino di muoversi per cercare di mettere un freno alle tempeste di sabbia del deserto del Gobi che arrivano fino in Corea. La Cina ha da tempo annunciato un programma che prevede l’impianto di milioni di alberi, ma finora sembra quanto meno procedere lentamente.
Non solo rose per Hu: un centinaio di persone ha manifestato nel centro di Seoul contro i rimpatri forzati dei rifugiati nordcoreani, destinati al loro rientro, alla morte o ai campi di concentramento.
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