Nove villaggi e quasi 2 mila case distrutte dal terremoto in Papua
di Mathias Hariyadi
Distrutte anche sette chiese, una centrale elettrica e una scuola elementare. La zona è poverissima e senza comunicazioni. Non si conosce ancora il numero preciso delle vittime.
Jakarta (AsiaNews) – Almeno nove villaggi del distretto di South Yapen sono stati distrutti dal terremoto di forza 7.1 che ha colpito l’isola di Biak, a nord della provincia di Papua. Gli ultimi dati mostrano che almeno 1835 case sono state rase al suolo.
Sumpeno Yuwono, capo delle squadre di emergenza, afferma che nella zona devastata sono inclusi i villaggi di Aiyari, Randawaya, Hamtimoi, Karowaiti, Waita, Waridoni, Tare, Larelahiti, e Wabudayar. Tutta l’area è rimasta isolata dal resto della regione. Sumpeno ha aggiunto che fra le distruzioni si contano pure sette chiese, una centrale elettrica e una scuola elementare. La popolazione di Yapen raggiunge i 70 mila abitanti.
Nonostante la zona sia ricca di risorse – petrolio, gas, legname, oro – la provincia di Papua è fra le più povere del Paese e manca di infrastrutture fondamentali quali strade, ponti, ospedali. Tutto ciò rende difficile i soccorsi, il trasferimento di auto, la raccolta di notizie sulla situazione.
Aerei leggeri ed elicotteri sono il modo più efficace per portare persone e materiali. Oggi la polizia ha programmato di portare cibi liofilizzati nelle zone più remote usando mezzi pesanti dell’esercito.
Il terremoto di ieri è stato sentito anche nelle Sulawesi centrali, dove anche si registra la morte di un uomo.
Danny Hilman Natawidjaja, geologo dell’ Indonesian Institute of Sciences spiega che Papua, Sulawesi e Molucche sono delle aree molto facili a terremoti in serie come quello di ieri, essendo proprio sulla linea dell’Anello di fuoco, la zona di attività sismica che circonda l’oceano Pacifico.
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