Notte di violenze a Karachi: 34 morti negli scontri seguiti all’omicidio di un politico
L’assassinio di Raza Haider, esponente della coalizione di governo, ha provocato la reazione di suoi sostenitori e accuse contro un partito rivale. Ma più che politica, la violenza è etnica e vede di fronte le comunità pashtun e shia. Secondo la polizia, l’attentato è dovuto a un gruppo che ha legami con al-Qaeda.
Karachi (AsiaNews/Agenzie) – E’ di 34 morti e oltre 100 feriti il bilancio, ancora provvisorio, delle violenze scoppiate durante la notte a Karachi, in Pakistan, in seguito all’uccisione di Raza Haider, esponente politico del Muttahida Qaumi Movement (MQM), partito che fa parte della coalizione di governo. Haider è stato assassinato ieri insieme alla sua guardia del corpo all’esterno di una moschea, mentre si preparava ad assistere a un funerale. A quanto riferito da testimoni, l’omicidio è stato compiuto da quattro uomini arrivati e fuggiti con delle motociclette.
Al diffondersi della notizia dell’assassinio, decine di automobili con a bordo uomini armati hanno bloccato le vie principali della città e si sono uditi i primi colpi di armi da fuoco,
Le violenze hanno carattere etnico, prevalente dietro alle rivalità politiche. Esponenti del partito di Haider, come Babar Ghauri, hanno infatti accusato i sostenitori dell’ Awami National Party (ANP) di essere dietro l’attentato. I due partiti sono rivali, pur facendo entrambi parte della stessa coalizione, ma l’ANP è particolarmente rappresentativo della comunità pashtun. Haider, invece, faceva parte della comunità shia, che a Karachi ha avuto in passato decine di persone uccise, da quando una processione fu attaccata con le bombe il 20 dicembre 2009.
Secondo la polizia tutti, o quasi, gli uccisi nelle violenze di questa notte appartengono alla comunità pashtun.
In realtà, ad avviso di funzionari della sicurezza, malgrado le accuse dell’MQM, lo svolgimento dell’attentato fa pensare che l’assassinio è stato compiuto dal gruppo Lashkar-e-Jhangvi, che ha legami con al-Qaeda.
Il primo ministro pakistano Yusuf Raza Gilani ha lanciato un appello alla calma, promettendo una inchiesta sull’omicidio.
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