Non si fermano le proteste per la scarcerazione di Fonseka
Colombo (AsiaNews) - Continuano le manifestazioni per la liberazione di Sarath Fonseka. Vescovi, parlamentari, sindacati e organizzazioni sociali e per la tutela dei diritti sono insieme nel chiedere al presidente Mahinda Rajapaksa il rilascio dell’ex capo militare. Fonseka è detenuto in carcere da gennaio scorso, con l’accusa di irregolarità commesse quando era comandante in capo durante la guerra contro i ribelli Tigri Tamil.
Vickramabahu Karunaratne, segretario del Fronte di sinistra, è tra i manifestanti in protesta per la scarcerazione di Fonseka. Karunaratne parlando ad AsiaNews ha dichiarato: “Non sono d’accordo con questo verdetto, perché si tratta non di un regolare processo giudiziario, ma di una decisione politica di regime. Fino a pochi mesi fa il generale Fonseka era considerato un eroe della nazione: oggi, lo stesso governo lo accusa di essere un ladro e un impostore, e ha deciso di metterlo in prigione. Una decisione del genere non è prevista dal nostro sistema giudiziario. E oltre a lui – continua – ci sono migliaia di prigionieri tamil detenuti illegalmente senza giusto processo. Io non ho niente a che fare con la politica del generale Fonseka o con il suo eroismo, ma sono certamente contrario al modo in cui egli è stato trattato”.
Il segretario socialista, insieme ad altri leader politici, ha firmato una petizione per il rilascio del generale durante una dimostrazione fuori dalla Corte suprema. Karunaratne ha poi espresso il suo punto di vista sull’attuale situazione politica nel suo Paese: “Il punto è che il governo è sostenuto dalle potenze mondiali. Durante la conferenza Onu di settembre l’onorevole Rajapaksa ha cercato di dimostrare come la nostra politica economica sia orientata verso il modello democratico occidentale. La condanna di Fonseka è una mossa di facciata e rientra nel suo tentativo di avere il sostegno economico delle forze internazionali per lo sviluppo delle infrastrutture”.
Secondo Karunaratne il tentativo di ottenere questo grande capitale per la costruzione di infrastrutture non è utile per la popolazione e per il Paese. “Stiamo abbandonando le nostre tradizioni – conclude – e nessuno sviluppo concreto dell’agricoltura e dell’industria su base locale si sta verificando”.
18/05/2012