Non pagati e malnutriti, marinai filippini in ammutinamento
Manila (AsiaNews/Agenzie) – Nove marinai filippini hanno preso il controllo di un peschereccio taiwanese vicino alle isole Mauritius, nell’Oceano Indiano. I marinai ammutinati affermano di essere costretti a lunghe ore di lavoro, di ricevere poco cibo e di non avere alcuna paga.
Il capo del gruppo, Roderick Sumang, parlando all’Associated Press, ha dichiarato che essi non vogliono far male a capitano, che si trova confinato nella sala macchine. “Vogliamo solo ritornare a casa – ha detto Sumang – e non vogliamo fargli del male”. Il gruppo filippino afferma che il capitano permetteva loro di mangiare solo una volta al giorno, con una minestra di riso scotto. Da oltre un mese essi non sono stati pagati.
L’ammutinamento è avvenuto il 4 novembre scorso, mentre il peschereccio stava per entrare a Port Louis (Mauritius), nella via del ritorno alle Filippine.
Il sottosegretario dell’ambasciata filippina a Nairobi ha inviato un rappresentante consolare a Port Louis per verificare che i diritti dei marinai siano protetti.
Sumang ha anche rivelato che sulla nave vi sono altri 9 membri di etnia cinese, che non partecipano all’ammutinamento.
Il peschereccio – di cui non si conosce il nome – era partito da Port Louis il 31 ottobre scorso e doveva stare al largo per 3 mesi.
Molti filippini impiegati su pescherecci e navi soffrono di violazione dei loro diritti umani basilari. Assunti spesso senza contratto, sono costretti a lavorare per lunghe ore in condizioni di semi-schiavitù e spesso non vengono nemmeno pagati. Secondo alcune testimonianze raccolte dalle organizzazioni cattoliche per i migranti, durante le spedizioni, alcuni marinai filippini che si sono ribellati a queste condizioni, sono stati uccisi e gettati in mare.
24/06/2016 08:45