Non il Pakistan, ma i nazionalisti indù dietro i messaggi d’odio contro l’Assam
Mumbai (AsiaNews/Agenzie) - C'è la mano di gruppi ultranazionalisti indù dietro almeno il 20% dei siti web contenenti messaggi e foto contro la popolazione dell'Assam. A rivelarlo è il noto quotidiano nazionale The Times of India (Toi), "scagionando" così il Pakistan, primo sospettato dal governo centrale. In questi giorni le agenzie governative hanno bloccato più di 250 pagine internet e account personali su social network, per fermare l'ondata di panico che rischiava di provocare il più grande esodo interno mai avuto in India (v. 21/08/2012, "Il 'grande esodo' dell'Assam, le minacce islamiche e i fantasmi del nazionalismo"). Secondo le prime indagini, anche numerosi sms inviati ai cellulari degli emigrati assamesi proverrebbero da numeri posseduti da frange ultranazionalisti indù.
I post incriminati mostravano immagini o video di violenze e torture sui tribali Bodo da parte di musulmani, come vendetta per quanto accaduto negli scontri etnici di luglio nell'Assam. Incaricate da New Delhi di bloccare i siti e individuarne l'origine, le agenzie hanno scoperto che la maggior parte dei contenuti erano in realtà filmati delle autoimmolazioni di monaci tibetani contro il regime cinese. Questi sono stati tagliati e privati dello sfondo, per rendere impossibile un immediato riconoscimento, e corredati da scritte offensive contro "gli indù dell'Assam".
Non è finita. Secondo le indagini delle agenzie, un gruppo radicale indù che si ispira a Dara Singh, l'assassino del missionario australiano Graham Staines, avrebbe messo in giro la voce che gli scontri nell'Assam sono opera di missionari cristiani, che avrebbero armato i Bodo.
Per le autorità, è evidente che "per i gruppi ultranazionalisti indù, l'attuale conflitto è la situazione migliore per aumentare la propria influenza negli Stati nordorientali. Inoltre, tentano di polarizzare l'intera nazione, mettendo gli indiani contro gli immigrati musulmani". A riprova di questo, mentre un intero Paese si scagliava contro il Pakistan, il Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss, gruppo radicale indù) ha offerto cibo e altri aiuti ai lavoratori del nordest che tentavano la fuga da Bangalore, assicurando loro che li avrebbero protetti. Un altro gruppo, l'Akhil Bharatiya Vidyarthi Parishad (Abvp), ha allestito una linea d'emergenza h24 per "aiutare" gli studenti dell'Assam.