Nobel per la pace a Liu Xiaobo, aumentano le defezioni alla cerimonia
Oslo (AsiaNews) - Sei Paesi hanno declinato, senza fornire motivazioni, l’invito del Comitato per il Nobel per la pace a partecipare alla cerimonia di consegna del premio conferito al dissidente cinese Liu Xiaobo, detenuto in carcere dal 25 dicembre scorso. La cerimonia si terrà il 10 dicembre a Oslo: Russia, Kazakhstan, Cuba, Marocco, Iraq e la stessa Cina non parteciperanno.
Liu, dissidente e autore del manifesto democratico Carta ’08, è stato condannato a 11 anni di carcere da un tribunale cinese per “sovversione del potere statale”. Nel documento, che ha raccolto migliaia di firme in tutta la Cina, Liu chiede al governo di introdurre una riforma politica per superare la dittatura del Partito comunista e spinge per una nuova politica economica e alla libertà religiosa.
L’assegnazione del Nobel ha irritato Pechino, che lo definisce “un comune delinquente”: la diplomazia cinese ha iniziato un lavoro accurato per boicottare la cerimonia. Geir Lundestad, segretario del Comitato, ha confermato la defezione dei 6 Paesi e ha aggiunto che altre 16 nazioni non hanno risposto all’invito. Parlando alla stampa della cerimonia, Lundestad ha anche spiegato che – secondo il preciso lascito testamentario di Alfred Nobel – il Premio può essere consegnato soltanto al vincitore o a un membro della sua famiglia.
Nel caso di Liu Xiaobo è un problema serio: la moglie Liu Xia è agli arresti domiciliari sin dall’assegnazione del premio, mentre due dei tre fratelli del dissidente - Liu Xiaoguang e Liu Xiaoxuan, che in un primo momento si erano detti disponibili a ritirare il Nobel – sono spariti nel nulla. A questo punto, ha aggiunto Lundestad, il dissidente cinese Liu Xiaobo potrebbe essere l’unico nella storia a non ritirare il premio, pur essendo “uno dei premiati più importanti”.
Nel frattempo, in Cina continua la persecuzione dei dissidenti che hanno sostenuto Carta ’08. Il 18 novembre scorso a Hefei, nella provincia dell’Anhui, la polizia ha arrestato Zhou Weilin, attivista per i diritti umani. Pur non avendo presentato accuse formali contro di lui, come richiede la legge, gli agenti gli hanno confiscato una videocamera. Zhou lavora da anni per i diritti dei lavoratori.
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